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E diciannove! La questione rischia di essere sempre la stessa: la fortuna di Ranieri, ma non è così...

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Oalmeno non è solo così. Ora, più d'uno l'avrà pensato quando la Roma è stata graziata prima dal fuorigioco di Vargas, poi da De Silvestri e Gilardino. O forse nell'occasione dei miracoli di Julio Sergio che hanno tenuto in corsa i suoi su un campo difficilissimo dove tradizione e numeri avevano sempre remato contro. Poi però quando il tecnico giallorosso decide di tirar fuori Totti (ancora lontano anni luce dalla forma migliore), mostrando di avere gli attributi del condottiero, i valori cambiano. Questa Roma di Ranieri non gioca il calcio spumeggiante e divertente del suo precedessore, ma è cento volte più concreta, non molla mai e riesce a far diventare ogni gara un'impresa. Secondo posto in classifica in solitaria, tabù Firenze sfatato e Milan a due lunghezze più sotto: la Juve addirittura a nove. Vuol dire poco a questo punto della stagione e il pensiero dell'Inter ancora non sfiora la testa dei giallorossi che continuano a vivere alla giornata guardando solo chi sta dietro e mai in avanti a quella capolista che dimostra di avere ancora un altro passo. Per gli amanti dei numeri c'è da segnalare la tradizione del treno che continua a portar bene ai giallorossi: tre su tre nelle partite giocate in trasferta «coperta» su rotaie. Decide Vucinic, un giocatore ritrovato che non segnava in campionato dallo scorso novembre... E anche questo qualcosa vorrà pur dire, o no!?

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