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Juve, la crisi continua

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FrancoBovaio Due partite con Zaccheroni e due pareggi per 1-1. Dopo quello con la Lazio arriva quello di Livorno, con un grosso dubbio nel finale per una trattenuta di Legrottaglie su Lucarelli che fa gridare al rigore il «Picchi» ma non l'arbitro, che aiutato dall'assistente vede un offside del toscano. Ci può stare, anche se i dubbi restano. Il pari è un brodino caldo per la Juve, che vede allontanarsi il Palermo. Zaccheroni dovrà lavorare ancora molto per provare a rientrare in zona Champions e soprattutto dovrà recuperare almeno uno tra Iaquinta e Trezeguet, perché alla sua squadra uno che segna come loro serve come il pane. Anche ieri sera sia Amauri che Del Piero non sono pervenuti. A Livorno Zaccheroni ridisegna la Juve con la difesa a tre. Ma la squadra è lunga e balla sotto la pressione del Livorno, che nella prima mezzora è devastante e al 26' segna con Filippini, il più basso di tutti, che insacca di testa alle spalle di Buffon su cross di Vitale. Legrottaglie, Melo e Cannavaro stanno a guardare. Nel momento migliore dei toscani, però, al 42', arriva il pareggio di Legrottaglie, bravo a inserirsi da dietro su punizione dalla tre quarti di Diego. La difesa del Livorno appare statica come quella della Juve sul gol di Filippini. Ma sulla rete pesa un dubbio fuorigioco di Legrottaglie. Il gol scuote la Juve, che dopo l'intervallo torna in campo comincia a fare la partita. L'occasione migliore, però, è dei toscani, sempre con Filippini. Ma stavolta calcia alto sulla traversa. La doppietta di Filippini sarebbe stato troppo pure per questa Juve, che al 37' perde per l'ennesima volta Melo per doppia ammonizione. Anche su di lui l'allenatore dovrà lavorare molto, visto che è tra i più fallosi del campionato. A «Zac» non resta che mandare dentro il giovane Giandonato, all'esordio in A. Nel finale il Livorno si rifa sotto, ma la Juve regge e strappa un punto che smuove la classifica.

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