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Coppa Italia, la Roma ipoteca la finale

Philppe Mexes esulta dopo la seconda rete all'Udinese

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Sarà pure un «porta ombrelli», una «coppetta», la «coppa del nonno», ma quando il tabellone inizia a sfinarsi alla coppa Italia ci tengono tutti: eccome. Ci tiene Ranieri che manda in campo la Roma migliore in grado di far male a un'Udinese comunque tonica. E ci tiene una Roma compatta e decisa che non rischia nulla e porta via un pezzo di finale. Finisce 2-0 perchè tra le due squadre c'è differenza tecnica evidente, ma anche perchè la Roma dimostra di essere ancora al centro dei quel momento magico che l'ha portata ad allungare la sua striscia positiva a diciotto gare: settimo successo consecutivo. Che vale mezza finale di coppa Italia anche se, paradosso di una competizione che in tutti i modi provano a uccidere, la gara di ritorno a Udine si giocherà tra più di due mesi: ridicolo. Cosi è, e il 14 aprile al Friuli, Totti & Co. partiranno da questo 2-0 pesante che, strano ma vero (?), prospetta l'ennesima finale tra Roma e Inter. In campo le squadre migliori. Ranieri non pensa affatto alla sfida contro la Fiorentina in programma domenica a Firenze e manda dentro il meglio che ha: fuori solo Juan per un cambio naturale con Burdisso squalificato per la sfida coi viola. La Roma parte a rombo (ma poi cambierà assetto almeno un paio di volte durante la gara) con De Rossi a destra e la coppia Totti-Vucinic che torna in attacco dall'inizio: non succedeva dallo scorso 20 dicembre. Dall'altra parte anche De Biasi snobba il Napoli e manda in campo l'Udinese titolare che prova a metter paura ai padroni di casa partendo a testa bassa. La Roma ci mette un po' a trovare le dinamiche del suo gioco, ma quando arriva fa male. Dodici minuti per il lancio di De Rossi, millimetrico, che mette Vucinic palla al piede davanti al portiere. Stop a seguire non perfetto ma il destro infila Handanovic sul primo palo per l'1-0, non fa una piega. E' il momento migliore per la Roma che prova a chiudere il discorso qualificazione con un Totti in crescita. Il capitano, al rientro dopo l'infortunio, parte piano, inizia correndo al piccolo trotto, ma quando prende le misure torna a fare le sue giocate. Palla di prima sempre (con il contagiri), corre indietro a prender palloni per attivare la manovra giallorossa che lo vede spesso e volentieri regista sopra le parti. L'altra breccia sulla difesa friulana la apre Riise messo larghissimo sulla sinistra. Il norvegese ci ha preso gusto e va in avanti che è una bellezza, riuscendo però sempre a tornare in chiusura su Sachez: tra i migliori dei suoi. In realtà dietro la Roma non rischia granchè e dopo la naturale pausa di riflessione, arriva il gol del raddoppio. E' un altro degli uomini rimessi dentro proprio per la serata di coppa da Ranieri: Philippe Mexes. Stacco imperiale del francese sulla punizione calciata da Pizarro dalla sinistra e secondo gol del francese quest'anno. Lo aveva detto alla vigilia: «Quando toccherà a me mi farò trovare pronto», detto fatto. Il guizzo dell'orgoglio bianconero arriva sul fischio di Bergonzi: rasoterra insidioso del solito Sanchez che esce di un soffio. Nella ripresa la Roma continua a fare la partita concedendo anche qualcosa allo spettacolo e Ranieri dopo venti minuti inizia a pensare alla Fiorentina: fuori Vucinic, dentro Baptista fischiato dall'Olimpico. Il resto è poca roba, la Roma tiene botta senza rischiare granchè e porta via un risultato che tra due mesi (incredibile ma vero) servirà eccome. E adesso, tutti a Firenze.

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