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Mexes, giallorosso a vita

Philippe Mexes e Daniele De Rossi

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Sei anni in giallorosso, integrazione totale nella città e voglia di restare a vita a Roma...nella Roma. Philippe Mexes, un metro e ottantasette di difensore dal passaporto francese, ma già da tempo adottato dal popolo romanista, non può pensare a un futuro lontano dalla capitale. E il fatto di non avere più il posto da titolare scontato, invece di bloccarlo non fa che aumentare la sua voglia di rivalsa. E partiamo proprio da qui con un contratto in scadenza nel 2011 che il fransese è pronto a rinnovare «a vita» con la sua Roma. «Mi manca questo e un altro anno, quindi abbiamo tempo per valutare la situazione. Io sto bene qua, l'ho sempre detto e vediamo cosa succede: voglio restare. Ovvio che non dipenderà solo da me».  Anche se non è più un titolare inamovibile? «Certo, questo può incidere nella scelta, ma fa parte del gioco. Ho 27 anni e bisogno di giocare. Adesso va tutto bene, ho avuto diversi infortuni e la squadra ha reagito bene, sta girando tutto a meraviglia: ovvio che se potessi giocare di più sarebbe perfetto». Quanto ha influito il cambiamento di allenatore per la sua esclusione? «Sì, c'è anche questo, ma è capitato anche ad altri: vedi Doni. Ci vuole un po' di pazienza. Stare in panchina non fa piacere anche se tutto gira bene, però ci sono tanti fronti aperti: campionato, coppa Italia, Europa League, ci sarà spazio per tutti. Arriverà anche il mio momento e mi farò trovare pronto». Da Siena al Siena il primo girone di Ranieri: bilancio? «È successa la stessa cosa quando arrivò Spalletti: allora era la fine di un ciclo e serviva ricominciare. Ma non da zero, perchè se giochiamo questo calcio adesso è anche per merito suo che ha saputo assemblare questo gruppo. Sono stati cinque anni di lavoro. Ranieri ha portato la sua carica, questa forza interiore che ti fa stare bene sul campo. Alla fine con Spalletti non eravamo più una squarda unita, andavamo tutti avanti lasciando molto scoperta la difesa: e infatti incassavamo molti gol in contropiede». Quanto c'è di Ranieri in tutto questo? «Molto, eppoi quando ti gira tutto bene ti puoi permettere anche di lavorare più sereno: cosa che sei mesi fa non era possibile tanto per fare un esempio». Ranieri è un tecnico che non rischia mai un giocatore non al top fisicamente. «Vero, lui ti fa stare sempre al top: altrimenti non giochi. Non c'è differenza tra chi gioca e chi sta fuori e la dimostrazione è la partita contro il Siena risolta da due giocatori che si erano visti in campo pochissimo fino allora. È la nostra forza quest'anno, una cosa che ci fa essere più squadra». Ai mondiali pensa mai? «Ci penso eccome, sarebbe un sogno, ma sono realista. Ovvio che giocare di più qui mi aiuterebbe un po'». Lunedì alle 19 si è chiuso il mercato di riparazione: chi si è rafforzato di più? «Guardo solo la Roma. Abbiamo preso Toni ed era il punto più importante dove ci dovevamo rafforzare. È stata la scelta giusta, è importante averlo in questa squadra speriamo torni presto». Mancini al Milan? «Non cambia un granchè che sia all'Inter o al Milan è uno che ti può far male». Cosa pensa della querelle Lotito-Ledesma? «Per noi è difficile la gestione di una situazione del genere. A volte ci considerano come giocattoli, se hanno bisogno non ti fanno andare via, nemmeno se vuoi andare a crescere professionalmente. La cosa più importante è rispettare la volontà di un giocatore se non vuole rimanere: è inutile trattenerlo contro voglia, perchè poi non ha più la testa per dare il massimo». A proposito di testa, parliamo del suo amico Menez? «È un fuoriclasse, lo diciamo tutti e lo confermano anche tutti gli allenatori che ha avuto...». Ma...? «Ma poi quando va in campo probabilmente non ha fiducia in se stesso e si perde. Eppoi è dura sopportare la pressione che una piazza come Roma ti impone. Lui ha fatto bene per un periodo quando Spalletti lo faceva giocare molto di più. Poi è arrivato Ranieri e tutto è stato rimesso in discussione: anche il nuovo tecnico gli ha dato fiducia però non è più riuscito ad esprimersi al meglio. È molto giovane, ma per me era e resta un fuoriclasse». Obiettivo stagionale di questa Roma targata Ranieri?  «Restare umili e andare avanti giornata per giornata. Stiamo attraversando un grande momento, ma non abbiamo lo stress di dover arrivare da qualche parte. Diciamo che viviamo alla giornata guardando soprattutto quelli che stanno dietro». A conti fatti meglio la Roma in Champions o la Lazio in serie B? «Tutte e due no eh!? (ride...) No, scherzo, mi prendo tutta la vita la Roma in Champions. Il derby è una cosa bella per la città. O no!? Poi se fanno un'altra stagione come quest'anno è ancora meglio».

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