Juve a Zaccheroni, Ferrara esonerato

Domenico Latagliata TORINO Alberto Zaccheroni è il nuovo allenatore della Juventus: lo sarà fino al 16 maggio, ultima di campionato e giorno di Milan-Juventus. Ferrara è stato «sollevato dall'incarico» ieri, appena dopo l'ora di pranzo. Si è presentato lo stesso a Vinovo, il buon Ciro: non per fare a cazzotti, ma per salutare la squadra e perché - come ha confermato il presidente Blanc e come pensa anche John Elkann - potrebbe rimanere in società con altre vesti. Zac, dal canto suo, ha varcato i cancelli del centro sportivo alle 13.55 in compagnia di Bettega e Secco, pochi minuti dopo essere stato presentato sul sito societario come colui che sulla panchina della Lazio, nella stagione 2001-02, ha «contribuito allo scudetto vinto dalla Juventus» nel famosissimo 5 maggio. Si spera insomma che sia un buon viatico, certo non per vestirsi di tricolore quest'anno ma per raggiungere la qualificazione in Champions e magari per vincere l'Europa League: il contratto da 350.000 euro che lega Zaccheroni alla Juve ha in pratica la durata di tre mesi e mezzo (con opzione per la stagione che verrà), dopo di che in corso Galileo Ferraris sognano Benitez e una rifondazione globale. Con tanti saluti a Lippi, forse. Lo spagnolo, intanto, strizza l'occhio e si è detto «onorato» del manifesto interesse bianconero. Nel frattempo, il campo è lì che aspetta il nuovo allenatore, domani ci sarà la Lazio e tempo per troppe elucubrazioni non ce n'è. Serviranno buon senso e chiarezza di idee, oltre a una discreta dose di fortuna che permetta alla Juve di recuperare in fretta alcuni infortunati. «Uno che ama il calcio come lo amo io, pagherebbe per allenare la Juve – ha esordito ieri Zac -. E comunque non mi sono arrugginito: ho continuato a vedere partite sia dal vivo che in tv e ho studiato calcio. Inizio una nuova sfida e sono convinto di vincerla. Voglio fare voltare pagina a questa squadra e riportarla tra le prime quattro: qui c'è tanto talento, ma nessuno ha reso finora come era lecito attendersi. Dobbiamo tornare a essere, nel più breve tempo possibile, la Juve di inizio stagione: quella era una squadra che proponeva davvero un bel gioco. Ho a disposizione un organico quasi unico: non so quante squadre, sulla carta, possano ritenersi superiori alla Juve. Tempo ne abbiamo: il mio compito non sarà quello di inventare, ma di trovare la maniera di riportare i giocatori a un buon livello medio di rendimento. Nel calcio la differenza la fa la testa: pretendo la disponibilità, il talento non basta». Aggressivo, quasi cattivo: «Se i giocatori avranno la mia stessa determinazione, non potremo non uscire da questa situazione. Infortuni permettendo, ovvio: la fortuna di un tecnico è tutta nella salute dei giocatori e nella capacità di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto». Detta così, pare facile.