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Un Mondiale a tre stelle

Hamilton e Button dinanzi la nuova McLaren

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C'è un italiano, un inglese e un tedesco. No, non è l'inizio della classica barzelletta, ma semplicemente l'immagine di quella che potrebbe essere la lotta per il Mondiale 2010 di Formula Uno. Mai come quest'anno il circus assomiglierà a un campionato per nazioni. C'è la Mercedes dell'orgoglio germanico, ancora più accentuato se sono vere le ultime indiscrezioni che parlano di un imminente ingaggio di Heidfeld come terzo pilota. C'è la Ferrari che, a livello tecnico, si è liberata dei grandi manager stranieri - da Todt a Brawn passando per Iley - per affidarsi a quelli fatti in casa: i vari Domenicali, Costa e Marmorini. Per non parlare dei piloti, Alonso e Massa, che non hanno il tricolore sulla carta d'identità ma sono perlomeno latini e l'italiano lo parlano piuttosto bene, a differenza di qualche illustre ex che non l'ha mai imparato in 14 anni di militanza... E infine c'è la McLaren degli inglesi, con al volante due sudditi della regina come Hamilton e Button che, piccolo particolare, sono anche gli ultimi due piloti a essersi fregiati del titolo di campioni del mondo. La scuderia di Woking è stata l'ultima a presentarsi alla stampa, ma ha colmato il ritardo con l'effetto sorpresa. La MP4-25 svelata ieri a Newbury - casa dello sponsor Vodafone - è per certi versi rivoluzionaria. La novità più evidente è il cofano motore collegato all'alettone posteriore, accorgimento già visto nelle passate stagioni su Red Bull e Toyota. Ma è tutto il pacchetto aerodinamico a colpire, con prese d'aria, radiatori e fiancate inediti. Quello che non è cambiato è il colore. Nonostante l'ingresso in Formula Uno della Mercedes con un team autonomo, a Woking si sono tenuti la livrea «acciaio». Di frecce d'argento in pista, quindi, ce ne saranno ben quattro. Un dispetto a Stoccarda? È possibile. E non sarà certo l'unico in una stagione che, in quanto a rivalità tra team e piloti si presenta tra le più attese da anni. I numeri sono impressionanti. Quattro campioni del mondo ad affrontarsi: Schumi, Alonso, Hamilton e Button. Non accadeva dai primi anni '90, quando, solo per poche gare, si sfidarono in pista gli iridati Senna, Prost, Piquet (quello vero) e Mansell. In tutto undici titoli iridati: sette Schumi, due Alonso, uno a testa per i due McLaren. Ma più che le cifre contano le storie. Prendete il dualismo Schumi-Alonso. Il tedesco, quando era alla Ferrari fu spinto al primo ritiro proprio dallo spagnolo che gli soffiò due titoli iridati consecutivi e ora il «kaiser» non vede l'ora di vendicarsi. Stesso sentimento che nutre la Ferrari per un tradimento che, da Michael, nessuno si sarebbe aspettato. Peccato che ad Alonso interessi in questo momento più dare qualche dispiacere ad Hamilton, con il quale, dai tempi della McLaren, i rapporti si sono completamente incrinati. Ci sarebbe poi il campione del mondo in carica, quel Button su cui, però, scommettono in pochi. Più interessante sarà vedere come si rapporterà Massa col nuovo compagno di squadra che, per la quarta volta nella sua carriera, sarà un iridato. Era già successo agli esordi con Jacques Villeneuve e poi in Ferrari con Schumi e Raikkonen. C'è poi la sfida tecnica. E, in questo senso, le tre scuderie hanno una caratteristica in comune. Nessuna, nel corso delle presentazioni, ha mostrato il retrotreno della vettura. Il motivo? È lì che si nasconde il famigerato diffusore che ha deciso il Mondiale 2009 e che sarà vietato dal 2011. Quest'anno, però, c'è una sorta di «liberi tutti» che ha in pratica autorizzato le interpretazioni aerodinamiche più fantasiose. Altro che estrattore «a due piani», qui si parla anche di tre o quattro livelli. La Fia dovrà vestirsi da giudice - questa volta si spera imparziale - e stabilire se le soluzioni adottate siano legali o meno. Altrimenti si rischia che tutti i presupposti per una stagione da favola si tramutino nell'ennesimo campionato vissuto più nei tribunali che in pista.

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