Alberto e Davide sfida da brividi...
Maguarda un po' tu i casi della vita... Chi si va a ritrovare, dirimpetto, la Lazio a Torino? Nientepopodimenoché il mitico Zac, al secolo Alberto Zaccheroni, l'uomo il cui Milan, grazie anche alle «prodezze» di Galliani, undici anni fa le scucì dal petto un tricolore già vinto e poi, due anni dopo, completò l'opera anti-laziale direttamente sulla panchina biancoceleste, affossando al sesto posto una squadra da scudetto. Zac, il mitico Zac, di cui Silvio Berlusconi ebbe a dire, prima di cacciarlo via: «Mi fa ricordare un personaggio della mia giovinezza, che si chiamava Lizzola. Era un bravissimo sarto, e mi diceva sempre, a proposito della buona stoffa: attenzione a che sarto la dài...» Zac, che arrivò a Roma per rimpiazzare Zoff, reo di aver iniziato il campionato con tre pareggi consecutivi, debuttò beccando 2-0 con il Milan e poi finì per perdere altre 8 delle rimanenti 30 partite, compresi entrambi i derby, uno dei quali per 5-1 (con Dino Baggio schierato nel ruolo di terzino destro e Nesta che volle restare negli spogliatoi per paura di quel che sarebbe potuto succedere nel secondo tempo). Zac, che a Roma smentì subito chi l'aveva ribattezzato «Cul de Zac» guidando la Lazio a Istanbul l'11 settembre 2001, il giorno più sfigato del millennio (e naturalmente scajiò pure). Zac, che preferiva Felice Evacuo a Claudio Lopez e aveva pure il coraggio di sentirsi incompreso («Roma non mi ha ancora capito», mi disse una sera a cena, alla Canottieri Lazio). Zac, due volte trombato da Mancini, che prima lo rimpiazzò sulla panchina della Lazio e poi su quella dell'Inter, la quale lo aveva chiamato per esorcizzare l'ìncubo del 5 maggio 2002, quando, proprio alla guida della Lazio, le aveva negato lo scudetto per consegnarlo alla Juve di Moggi e Giraudo. Precedente che, fra l'altro, mi sembra l'unica plausibile spiegazione di questa sorprendente chiamata al capezzale bianconero: una forma postuma di gratitudine, agevolata dalla consapevolezza che uno che è a spasso da quasi tre anni si accontenta di poco e non farà storie quando dovrà lasciare il posto a Lippi. Resta il fatto che domani sera ce lo ritroveremo di fronte, il vecchio mitico Zac, col sospetto che la Juve lo abbia chiamato solo oggi proprio perché, sapendo che l'avversaria sarebbe stata la Lazio, ha preferito aspettare il momento giusto per farlo esordire con una vittoria. Non per niente si ritroverà di fronte, sulla panchina nostra, il suo clone senza capelli, Ballardini... Il loro papà spirituale, Arrigo Sacchi, farà finta di non vedere.