L'Inter è più forte di tutto
Gioco, partita, incontro. Il derby dello scudetto lo vince l'Inter capolista che allunga sui cugini travolti dalla macchina da guerra allestita da Mourinho: una squadra che ti stritola, che fa poco spettacolo, ma non sbaglia mai le cose che contano. E non è bastato nemmeno l'uomo in più concesso per oltre sessanta minuti ai rossoneri dall'orrendo Rocchi che sbaglia tutto quello che può prendendo a paletti la palma del peggiore in campo e che prova in ogni modo a rovinare questo derby comunque spettacolare. San Siro delle grandi occasioni, pieno in ogni ordine di posti, nonostante un freddo maledetto che ti taglia la faccia. In tribuna la Milano (anzi l'Italia) che conta, tifosi, osservatori, procuratori per la stracittadina che, diciassette anni dopo, torna a contare per la vetta della classifica: al momento una questione tra le due milanesi nonostante la buona progressione della Roma. È la sfida del fisico contro la fantasia. Da una parte la corazzata nerazzurra, fatta di belve affamate di calcio che non mollano nulla e mettono la «cattiveria» davanti a tutto il resto, gente in grado di portar via le partite anche senza dedicarsi all'estetica. Milito un carroarmato del gol, col corazziere Pandev al suo fianco e quel fenomeno di Sneijder che, nonostante qualche linea di febbre, muove palle e gioco per tutti. Mourinho alla vigilia è stato chiaro con i suoi: «Loro fanno spettacolo, noi punti e classifica». Leonardo alla fine deve rinunciare a Nesta che non rischia nemmeno la panchina in vista delle prossime uscite e forse riflettendo anche su un'ipotesi Sud Africa. Al suo posto nella difesa a quattro dei rossoneri torna Favalli. Per il resto è il Milan annunciato alla vigilia con il 4-3-3 autore del miracolo tattico in questa seconda parte di campionato. Lì davanti fiducia a Borriello che prova a convincere Lippi a mollare una maglia in vista del Mondiale sudafricano, con il redivivo Ronaldinho a dare la scossa di fantasia che mancava a questa squadra. Primo tempo tutto nerazzurro. L'Inter non solo va meritatamente in vantaggio ma potrebbe anche chiudere i giochi se i suoi non di si perdessero negli ultimi metri. Apre Sneijder con un palo dopo nemmeno tre minuti di gioco, poi ancora lui costringe Dida al miracolo. Il Milan accusa, la fantasia e l'estro dei rossoneri sbattono sulle caviglie e gli spigoli della squadra di Mourinho che sta in campo come un panzer senza nulla concedere. Dieci minuti per il vantaggio, giusto, che arriva proprio in concomitanza con il primo errore della difesa milanista: Abate sbaglia il controllo e Milito lo castiga. Imprendibile il diagonale che inchioda l'incolpevole Dida e porta avanti l'Inter. Poi, al 27' l'errore di Rocchi che cambierà la gara facendola diventare scorbutica e dai valori in campo stravolti. Rosso diretto per Sneijder reo di averlo mandato a quel paese platealmente: esagerato. Cambia la partita che diventa anche più cattiva con l'Inter che riesce a portarla all'intervallo rischiando una sola volta su una punizione di Pirlo al 40'. Ma è lunga ancora e Mourinho nella ripresa si affida ai suoi corazzieri in difesa con il Milan (dentro Seedorf per un impalpabile Gattuso) che prova a rimetterla in piedi. Diventa un assedio con i rossoneri che sfruttano il down dell'Inter stancata dall'uomo in meno. Julio Sergio fa un paio di miracoli, il Milan sbaglia qualcosa di troppo in avanti e arriva, puntuale come un orologio svizzero, il castigo nerazzurro annunciato dal clamoroso palo di Pandev servito alla perfezione da Milito. È il minuto 20 quando il mediocre Rocchi fischia una punizione (giusta) al limite per i nerazzurri: Mourinho sta cambiando Pandev ma ci ripensa e lo lascia dentro a calciare la punizione. La fortuna aiuta gli audaci e l'intuizione è quella vincente: punizione capolavoro dell'ex laziale (a Roma più di qualcuno si sarà strappato i capelli) e Milan finito, ucciso. L'ultimo atto ancora nelle mani del mediocre Rocchi: rigore esagerato con rosso per Lucio al 46' che mette la palla sul dischetto e lascia l'Inter addirittura in nove. Ma la faccia della giustizia divina ha la fisionomia di Julio Cesar che para il penalty a Ronaldinho e manda tutti sotto la doccia. L'Inter bissa il successo dell'andata e porta via altri tre punti pesantissimi per la classifica. Il Milan resta al palo e adesso ha la Roma di Ranieri sul collo... Sì, c'è la gara con la Fiorentina da recuperare, ma non è comunque una bella cosa.