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Ora si sogna aspettando il derbyssimo

Francesco Totti

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... che aveva già provocato l'espulsione di Buffon, dopo che il capitano aveva pareggiato su rigore il bel gol di Del Piero, nato da una sfortunata svirgolata di Juan, per altro gigantesco per tutta la gara, insieme con un Pizarro maestoso e un Taddei argento vivo. Non la Roma più bella, però a Claudio Ranieri la sua rivincita l'ha regalata, sempre più solido il terzo posto, la rinascita bianconera Bettega l'aveva sognata, è rimasto un sogno. Una manciata di minuti, tanto è bastato a cancellare tutti i dubbi della piazza romanista, Ranieri forse non ne aveva quando ha deciso di rinviare il ritorno del capitano. Che invece, ancora surgelato, ha dovuto smettere la tuta per ovviare all'infortunio di Toni, polpaccio sinistro fuori uso. Primo tempo povero di fascino e di divertimento, Roma alla difficile ricerca della manovra resa problematica dal pressing juventino, qualche conclusione in più per i bianconeri, nessuna occasione limpida, l'impressione era quella di un reciproco rispetto perfino eccessivo, anche negli atteggiamenti. Poi i fuochi di artificio. Riflettori accesi anche sulla seconda delle due classiche della giornata, dopo la sfida dell'Olimpico torinese. A Milano i derby vantano significati particolare rispetto agli altri, Roma e Genova, non si gioca soltanto per il prestigio cittadino o per gli interessi di alta classifica di una sola delle protagoniste. San Siro regala, e non da oggi, brividi da scudetto, oltre a quelli, inevitabili, imposti dal clima gelido. Ma sarà ugualmente molto calda l'atmosfera, perché il campionato si gioca una bella fetta della sua precaria credibilità attuale. Consistente il vantaggio della capolista, sei punti per i «bauscia» nei confronti dei «cacciaviti», che però hanno giocato una partita in meno, anche se il recupero ha gli aspetti minacciosi del Franchi fiorentino. Una vittoria nel derby consentirebbe dunque al Milan di riaprire in pieno il discorso scudetto nel quale, stando a Mourinho, è coinvolta ancora la Roma, la Juve è fuori. Leonardo, che con la vittoria sui romanisti frutto di un arbitraggio fin troppo amichevole, ha preso l'avvio per una strepitosa rincorsa, ci terrebbe molto a coronarla anche per cancellare l'umiliazione di quella goleada sofferta nel match di andata, che aveva perfino messo in discussione la sua panchina dopo appena due giornate. Centrocampo raffazzonato per l'Inter, per il Milan il solo dubbio, per altro di estrema rilevanza, è legato al recupero di Nesta: fondamentale per la striscia positiva, quanto la ritrovata voglia di Ronaldinho di tornare ai livelli del Camp Nou. Zona Champions illustrata dallo scontro tra Palermo e Fiorentina al Barbera, insidia per il Napoli di Mazzarri un Livorno che Cosmi ha per ora portato a più quattro dall'abisso. Un punto in più di Bologna e Lazio: entrambe gratificate oggi dal fattore campo, ma impensierite da visitatori che sanno produrre calcio ad alto livello, come il Bari e il Chievo. Per i laziali, imperativo ritrovare il calore di un tifo che sembra avere smarrito l'affetto per la squadra e per una società ritenuta all'origine dei pesanti guai attuali.

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