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Il talismano

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L'arbitro Tagliavento

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Né Morganti, né Rocchi. Juventus-Roma di domani la arbitrerà Paolo Tagliavento di Terni. Un nome che sulla sponda giallorossa era più atteso delle scelte di Ranieri sul tridente. Perché quando dici Juve, il pensiero dei romanisti corre subito agli errori arbitrali del passato. Ma non poteva esserci designazione migliore per spegnere le polemiche «preventive». Con Tagliavento, parrucchiere di professione, i giallorossi non hanno mai perso. E in trasferta hanno sempre vinto. Sì, è vero, la legge dei grandi numeri fa tremare gli scaramantici, ma al tempo stesso la scelta di Collina & Co. ha allontanato altri «fantasmi» ben più temuti. Da Morganti, che domani farà il quarto uomo a Torino dopo il mezzo disastro in coppa Italia nella partita con la Triestina, a Rocchi al quale è stato assegnato il derby milanese: la sua ultima direzione a Cagliari (l'1-2 dei sardi viziato dal fallo di Daniele Conti) non era affatto piaciuta ai piani alti di Trigoria. In questa stagione con Tagliavento la Roma ha vinto a Bergamo e all'Olimpico con il Parma. Il bilancio complessivo parla di nove vittorie e due pareggi. È andata peggio alla Juventus, che quando ha incrociato l'arbitro di Terni ha ottenuto 5 vittorie, 1 pari e 4 sconfitte. Dal punto di vista dei precedenti meglio di così non poteva andare. La Roma si avvicina con un motivo in più di ottimismo a una partita che in passato è stata spesso rovinata dagli errori arbitrali. Tanti, troppi, reiterati. Dal tristemente celebre gol di Turone annullato per fuorigioco inesistente nel 1981 ai ricordi più recenti e altrettanto amari.   Come il clamoroso rigore negato a Gautieri per netto fallo di Deschamps l'8 febbraio del 1998 dall'arbitro Messina. O l'incredibile intromissione del guardialinee (allora si chiamavano ancora così) Manfredini che disturbò una rimessa laterale di Aldair dando il «la» al gol di Ravanelli. Un errore «inedito» che portò il presidente Sensi a presentare ricorso. Bocciato, ovviamente. E ancora: il 19 aprile 2003 fu solo l'arbitro Pellegrino a vedere un rigore per fallo su Nedved e fece infuriare Capello. «Giusto!» ebbe il coraggio di gridare in campo il centrocampista ceco. Sviste, «aiutini», direzioni pilotate: Juventus-Roma è stata tutto questo. Anche allo stadio Olimpico, dove il 5 marzo 2005 le decisioni a senso unico di Racalbuto furono ispirate da Luciano Moggi via sms grazie a un telefonino prestato per l'occasione al quarto uomo Gabriele: tutto scritto nei verbali di Calciopoli. Dopo quella partita Totti convocò una conferenza per spiegare come stavano le cose: «Con la Juve si gioca in 14 contro 11». Altri tempi, si dirà. Domani a Tagliavento il compito di dimostrare che è davvero così.  

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