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Lazio: addio Coppa Italia

Mauri a terra è l'emblema della Lazio (Foto Gmt)

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FIRENZE - Dopo 47 anni e cinque tentativi andati a vuoto la Fiorentina batte la Lazio in coppa Italia e la elimina nei quarti. Finisce così la missione impossibile di difendere il trofeo conquistato lo scorso maggio dalla banda di Rossi, di Ledesma e di Pandev. Il progetto scellerato che ha steso i biancocelesti è arrivato quasi al massimo del risultato: il 20 gennaio fuori dall'Europa League, fuori dalla coppa Italia, a tre punti dalla zone retrocessione. Complimenti al duo Lotito-Ballardini che è riuscito a far gridare (con ragione) ai diecimila fiorentini «serie B, serie B» contro il manipolo dei mille tifosi giunti da Roma. Doppietta di Mutu, gol di Kroldrup, intervallati dai tentativi rimonta sempre spenti firmati da sue perle di Zarate e Rocchi. Il 3-2 finale condanna la Lazio all'eliminazione. Ballardini schiera i migliori: dentro tutti i titolari disponibili, anche Lichtsteiner che doveva osservare un turno di riposo. Prandelli imita il collega laziale: giocano i migliori a cominciare da Mutu e Gilardino. L'avvio è spettacolare ma come spesso accade la Lazio subisce il gol al primo affondo dell'avversario. Zarate dopo 180 secondi e Rocchi al 7' sfiorano il vantaggio ma i loro tiri finiscono sulle manone di Frey. Sul capovolgimento di fronte la beffa per quanto si era visto fino a quel punto: Gilardino porta a spasso Stendardo e Radu, offre a Mutu un rigore in movimento che il rumeno sfrutta con tiro preciso e imprendibile. La solita Lazio, si impegna, lotta, poi si arrende ai suoi limiti e soprattutto agli errori di una difesa inguardabile e mal protetta. Kolarov impegna Frey con i suoi tiri potenti e a volte precisi ma è poca roba. Ogni volta che la Fiorentina spinge sull'acceleratore, affonda il coltello nel burro della difesa laziale e solo Muslera con una spettacolare parata su colpa di testa di Santana tiene in bilico il punteggio. È solo il preludio al raddoppio siglato ancora dalla premiata ditta Gilardino-Mutu: assist al bacio del centravanti e fendente chirurgico del rumeno: 2-0 e tutti sotto la doccia a riflettere. Nella ripresa c'è Foggia e l'inevitabile cambio di modulo: dai bussolotti pescati di Ballardini esce Foggia e soprattutto il più logico 4-4-2. Scolastico ma meno dannoso di tutti gli altri schemi provati dal tecnico romagnolo nel laboratorio sperimentale di Formello. La Lazio si sveglia, si accende Zarate che si fa tutto il campo e infila Frey. Pochi minuti di speranza ma Kroldrup spegne sul nascere il primo tentativo di rimonta biancoceleste. Anche stavolta difensori fermi e Muslera senza colpe schiantato contro il palo. Il nuovo doppio vantaggio chiude il discorso qualificazione ma perlomeno, rispetto alla disfatta di Bergamo, c'è una reazione nervosa, un segno di vita Al 23' il guizzo che non t'aspetti: Rocchi difende il pallone come ai bei tempi e infila Frey accorciando le distanze. Il cuore non manca ma ancora ci una volta pensa il tecnico a frenare la sua squadra inserendo Makinwa per un improbabile 4-2-4. Squadra squilibrata di nuovo e nulla da fare. Meglio pensare al Chievo, ma servono rinforzi. Subito perché la disfatta è dietro l'angolo.

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