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Aria pesante fuori da galateo e contesto

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Siè trattato, come sempre da quando Giorgio Napolitano è al vertice dell'istituzione pubblica nazionale, di un incontro in cui la tradizionale sobrietà d'accenti del Presidente s'è accompagnata al lucido convincimento, per i presenti, di come e quanto per la massima carica dello Stato quell'assieme di atleti costituisca una fetta vitale della società italiana, facendo quindi della convenzionalità di un rito un momento non semplicemente accademico ma realmente partecipativo. Sempre di benedizione, laica quanto vogliamo, si tratta, eppure importante per alimentare la cronaca, sottraendola per un giorno alle debolezze del tifo, e diversa dalle omelie scalfariane e dalle stravaganze umorali di antica matrice pertiniana. Detto del viatico presidenziale, l'incontro di ieri ha una sua innegabile rilevanza per un inciso contenuto all'interno del messaggio pronunziato dal sottosegretario Rocco Crimi. Un inciso ancor più rilevante perché frutto di una lettura ragionata e rivolto a un obiettivo identificato, e tutto fuorché appendice sfuggita disinvoltamente da un improvvisato intervento a braccio. Confermando, secondo retorica, come non vi sia dubbio alcuno che Palazzo Chigi intenda continuare a valorizzare lo sport, e nell'auspicare il finanziamento automatico governativo nei confronti del Foro Italico, Crimi ha aggiunto come lo stesso finanziamento debba poggiare «su regole di trasparenza e di rispetto delle regole, trattandosi di gestione di denaro pubblico». Affermazione e lettura pesante, fuori galateo per la circostanza e per la sede, ma soprattutto conferma plateale di come, malgrado la costante copertura garantita al Comitato olimpico dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, additato ancora ieri da Gianni Petrucci come «angelo custode», i rapporti tra il vertice dello sport nazionale e l'uomo cui ne è politicamente affidata la delega siano tutt'altro che aperti all'affetto. A margine dell'intervento di Crimi, nell'ufficialità dei commenti Petrucci ha sottolineato il carattere pleonastico della dichiarazione dell'esponente governativo. Ma in sede riservata, anche se visibile ai più, non ha mancato di esprimere al diretto interessato, ed in termini meno accomodanti, la sua opinione. Se un'interpretazione è possibile trarre da tale flagrante scambio di umori, non crediamo di contraddire né la cronaca né tanto meno la storia ricordando che se i rapporti tra mondo politico e sportivo non sempre sono stati animati da reciproca benevolenza, il secondo mondo, quello sportivo, ha avuto costantemente, dalla sua, una carta tanto vincente quanto indispensabile: portare a casa le medaglie.

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