Il Milan è l'anti-Inter
TORINO - Se c'erano ancora dubbi, la vittoria del Milan a Torino, contro la Juve (3-0), elegge la vera anti-Inter. La Juve, a quei livelli, non ci può stare: e sarà meglio che i bianconeri pensino a salvare l'accesso alla Champions, visto che Napoli e Roma viaggiano che è un piacere. La vittoria di Parma era stata un brodino accolto quasi con entusiasmo, ma per vincere scudetti e coppe servono giocatori: la buona volontà non basta. Il Milan prende subito possesso del centrocampo, ma la Juve è più attenta del solito a chiudere gli spazi. Una volta entrata in possesso di palla, però, la truppa di Ferrara non sa che farsene. Non ci vuole un genio a capire il perché: in mezzo al campo Poulsen e Melo non riescono a fare due metri con la testa alta e la palla al piede, le loro aperture sono spesso imprecise e, quando gli esterni riescono a impossessarsi dell'oggetto misterioso – alias, il pallone – ci mettono un paio di secondi prima di addomesticarlo. I soli Diego e Amauri non ricevono quindi un pallone pulito manco a pagarlo, pur se i due paiono più vivi di altre volte: l'ex Werder Brema, anzi, è anche il primo a cercare la via della rete, ma la sua conclusione a giro di destro finisce a lato non di molto. Così, pian piano, i rossoneri crescono: Pirlo, al solito, domina in mezzo dove Gattuso e Ambrosini mettono corsa e gambe. Beckham e Ronaldinho non incidono molto, pur lanciando ogni tanto sprazzi di classe. Per vedere il gol che sblocca la partita bisogna aspettare la mezzora: corner di Pirlo da sinistra, sul primo palo Melo non la piglia e comunque pasticcia con Poulsen, Nesta ringrazia e la butta dentro da pochi passi. La Juve accusa il colpo, un colpo di testa di Ronaldinho viene deviato fortuitamente da un difensore prima che finisca in rete, Borriello fa capire di valere tre volte Amauri e si spera che Lippi prenda nota. Quando si butta in avanti, la Juve crea mischie manco si giocasse a rugby: su una di queste, Dida si fa trovare pronto su una conclusione di Chiellini, poi è tanto Milan fino a metà gara, con Manninger che deve anche impegnarsi su una sberla da fuori di Thiago Silva. Il pubblico di casa invoca Del Piero e insulta Cannavaro, quasi ordinando ai suoi eroi di tirare fuori i cosiddetti. Il problema però è un altro, oggi: la qualità della Juve è clamorosamente inferiore a quella del Milan, almeno nel primo tempo. Quando Ferrara si decide a far entrare Del Piero, si aspetta la scintilla: il capitano calcia un paio di punizioni in curva e niente più e, del resto, mica si può aspettare miracoli in serie quando gli anni passano e le primavere sono ormai 35 anche per lui. In compenso, sale di tono Ronaldinho: un paio di giocate di classe purissima, fino al tocco di testa su angolo di Pirlo che Manninger non riesce a intercettare. Partita chiusa - anche se poi il brasiliano metterà un altro sigillo - i tifosi incendiano gli spalti dell'Olimpico (ora a rischio squalifica) e contestano apertamente il ds bianconero Secco e la Juve di nuovo a pezzi. Giusto così. Mercoledì, contro il Napoli in Coppa Italia, altra puntata dello psicodramma juventino.