Ranieri: prendiamoci a schiaffi
«Unpeccato». Il conto del finale maledetto al Sant'Elia è salato: due punti gettati dalla finestra e lo sfratto dal quinto posto. «Un peccato», appunto. Parola di Claudio Ranieri. «Avevamo dominato l'incontro fino agli ultimi minuti – dice il tecnico di San Saba – dobbiamo fare mea culpa: avevamo la partita in mano, ce la siamo fatta scappare. Dovevamo essere più attenti, ci siamo fatti trovare impreparati». Il rammarico è grosso, ma nel taccuino di Ranieri ci sono anche delle note positive: «Non meritavamo di pareggiare, ma l'importante è aver rivisto la stessa Roma che avevo lasciato prima della sosta. Una grande Roma, determinata e compatta. Una squadra che ha fatto la partita per intensità e dominio del gioco. Peccato che si sia fatta rimontare». Una Roma schierata col «rombo»: «Anche col Parma avevamo giocato così, i ragazzi si erano trovati bene e ho voluto riproporre questo schieramento». Alla fine dei conti, una Roma cicala. Per tutti: «Non credo che Bruno Conti darà due scappellotti a Daniele, semmai ce li dovremmo dare noi» ammonisce Ranieri); «È come se avessimo perso» l'analisi di Perrotta; «Dobbiamo essere più cattivi» sentenzia Taddei. Roma sprecona, ma che può anche recriminare per la spinta di Daniele Conti su Cassetti. «Se l'arbitro avesse fischiato, la partita sarebbe finita diversamente. Ormai, con Rocchi, è diventata una consuetudine», dice chiaro e tondo Perrotta. Toni si aspettava un esordio migliore: «Peccato. La partita era praticamente chiusa, l'1-2 l'ha riaperta. Io comunque mi sento bene e darò il 110%». Ranieri spiega così gli ottanta minuti di panchina per il protagonista più atteso: «Giocando una gara ogni tre giorni, ho deciso di andare avanti con la vecchia guardia. Luca è in forma, deve solo trovare il nostro ritmo. Non dimentichiamoci che con noi aveva fatto solo quattro allenamenti e un'amichevole». Niente scappellotti, solo un'imprecazione bonaria: la pace di casa Conti è sana e salva. Papà Bruno, a fine gara, abbraccia il nipotino (Bruno anche lui) e scherza. «Ho detto a mio figlio che proprio non mi vuole bene». Daniele quasi si giustifica: «Non ho stimoli particolari quando gioco contro la Roma, penso solo al Cagliari. Mio padre sarà contento perché ho segnato, ma lo sarebbe stato di più se avesse vinto la Roma». M.D.S.