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Furia Ballardini su Zarate e Rocchi

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Davidecontro tutti: a fine partita il tecnico della Lazio Ballardini "apre il fuoco", non godendosi nè il rotondo successo conquistato col Livorno, nè il suo compleanno. L'allenatore non risparmia nessuno, da Zarate a Rocchi passando per Diakitè parlando di rispetto, di gruppo, di gioco di squadra. Un vero e proprio sfogo che sorprende i presenti. Iniziando dalla giustificazione che l'allenatore è chiamato a dare per i suoi insulti pronunciati subito dopo il gol del pareggio biancoceleste. «Il gesto e le parole di stizza l'ho rivolte a persone che si trovavano vicino alla mia panchina». E' stata la partita degli insulti, da Diakitè a Rocchi, fino all'allenatore. «Il capitano arrabbiato? Ho parlato con Rocchi, ho detto chiaramente che è un fatto tecnico. Da quando è arrivato Zàrate, Rocchi ha delle difficoltà, non c'è niente da fare, non si sposano. E' arrivato Floccari, abbiamo Zàrate, dobbiamo avere degli equilibri. Se gli attaccanti hanno la disponibilità a dare una mano si possono supportare, altrimenti diventa difficile trovare equilibri. A lui ho detto che ci sono delle gerarchie, poi la scelta spetta al giocatore». Il capitano messo alla porta, avanti il prossimo: «Diakitè quest'anno ha fatto già il doppio delle partite che aveva fatto negli scorsi anni - afferma Ballardini - avrei capito la reazione se avessi sostituito Beckenbauer». Non proprio un attestato di stima. Poi tocca a Zarate, autore dell'assist vincente per il gol del pareggio, quello che cambia la storia della sfida. «Zarate ha giocato una brutta partita, può fare tanto tanto di più, tra l'altro ha uno score enorme di palle perse. Un giocatore è un grande giocatore solo se è in partita. Poi è chiaro che è un giocatore che in ogni momento può dare la palla gol. Ma la gestione non è solamente tecnica, passa per l'educazione, per il rispetto. C'è stato un atteggiamento che mi ha molto infastidito: la settimana che si è giocato contro l'Inter, Zàrate è andato via il giovedì ed è tornato il 29 senza permesso. Non è giusto nei confronti dei compagni, di chi lo allena e soprattutto per i tifosi che stravedono per lui». Poi Ballardini chiarisce lo sfogo: «Siamo a gennaio, abbiamo 25 giorni per fare le cose e quindi le dico. E' il momento di essere chiari: siamo in troppi, ci sono molti giocatori che devono essere ceduti e ci servono almeno 4-5 rinforzi. E' da luglio che sono qui, non ho scelto un giocatore. La contestazione? L'ambiente per me non può capire una persona in uno o due mesi, so come sono fatto, conosco il mio lavoro, so le difficoltà che ci sono. E sono tante».

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