Floccari show
Zarate? No, grazie! L'uomo che rimette al mondo (almeno in quello della Serie A) la Lazio si chiama Sergio Floccari ed è il primo - ma forse anche l'ultimo, tenuto conto della scarsa propensione del presidente Lotito alle spese - rinforzo del mercato invernale della Lazio. Potrebbe essere lui l'uomo della svolta, il finalizzatore di cui aveva bisogno Ballardini. La sua doppietta, nel giro di pochi minuti, gli è servita per entrare nel cuore dei tifosi laziali ed per modificare l'indirizzo dei cori offensivi della curva nord, cuore del tifo biancoceleste: sul banco degli imputati, Ballardini lascia solo Lotito, al quale bisogna comunque riconoscere il merito di avere portato a Roma un giocatore di assoluto valore, dotato di un coefficiente realizzativo elevatissimo. Floccari, con Zarate ed il ripescato Rocchi, può diventare il giocatore in grado di restituire peso, pericolosità, ma anche dignità offensiva ad una squadra che ha cominciato l'anno solare come meglio non avrebbe potuto, aggiudicandosi il confronto con una diretta concorrente nella lotta per la salvezza. Il Livorno tuttagrinta di Serse Cosmi ci aveva messo solo 420« per trovare il primo gol del 2010. L'azione è ben congegnata, ma la difesa della Lazio pecca d'ingenuità nella circostanza. Curioso ed emblematico (per la stagione della Lazio) il fatto che a segnare sia Bergvold, finito ko qualche istante prima per una botta al ginocchio e, dopo l'1-0, costretto ad uscire dal campo. La reazione dei biancocelesti, tuttavia, è rabbiosa: pur palesando una sostanziale mancanza di fosforo, la Lazio ci prova e per poco non fa centro proprio con Floccari che, di testa, timbra la traversa da pochi metri. La Lazio cerca di tenere quantomeno alto il ritmo, i cori offensivi per Lotito e Ballardini si sprecano e spreca pure il Livorno che, al 16' ed al 31', rispettivamente con Candreva e Rivas, impegna Muslera. La Lazio dà l'impressione di cercare la giocata ad effetto, mentre la paura di sbagliare - segno tangibile del momento di scarsa serenità - fa il resto. Ballardini, nel finale di tempo, cambia tutto: via Diakitè, dentro Rocchi e squadra che passa dal 3-4-1-2 ad un molto più spregiudicato 4-2-1-3, con Rocchi, Floccari e Zarate sulla linea d'atacco. La montagna offensiva del nuovo dispositivo partorisce il topolino di una traversa colpita da un difensore, Siviglia, su angolo. Non è fortunata, la Lazio. Ma nemmeno il Livorno ha di che rallegrarsi, visto che perde per infortunio prima Bergvold, poi Miglionico. Nel secondo tempo bastano una decina di minuti alla Lazio per ribaltare una partita che sembrava stregata: l'uomo della provvidenza si chiama Sergio Floccari, si allena a Formello da qualche giorno ed è stato scaricato dal Genoa. L'uno-due è micidiale e manda al tappeto un Livorno da combattimento. Rocchi (che poi esulta polemicamente con urlacci verso Ballardini) fa assumere al match i connotati del trionfo. Nel finale la nord esulta prima per il pari di Conti a Cagliari contro la Roma, poi per il 4-1 di Kolarov.