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Boniciolli è già nel cuore dei tifosi

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FabrizioFabbri L'amore tra Matteo Boniciolli e i tifosi della Virtus Roma è esploso prepotente. Lo dimostra la standing ovation tributata contro Milano al tecnico triestino, uno che con la sua carica emotiva è riuscito a farsi subito spazio nel cuore sofisticato ma generoso dei supporter giallorossi. «Io li ringrazio - dice il tecnico della Lottomatica - e ricambio l'affetto che mi è stato stramesso». Non è solo la vittoria ad aver certificato lo scoccare della scintilla quanto il modo tutto particolare di vivere la partita da parte del coach. «Sono stato e sarò sempre così, sanguigno e sincero. Ma vorrei essere ricordato per quanto le mie squadre producono piuttosto che per i miei comportamenti. Certo sento la partita in un modo particolare ma i veri protagonisti sono i giocatori. Il mio agitarmi a bordo campo non può e non deve rubare loro la ribalta». Ma quella corsa a pugni chiusi a certificare la vittoria su Milano nei cuori dei tifosi ha ricordato Carletto Mazzone. «Non scomodiamo totem dello sport con paragoni difficili. Io ho ancora tanto da fare per meritarmi la considerazione che un tecnico come Mazzone ha in Italia e soprattutto a Roma». Tornando alla sfida con Milano, Boniciolli loda ancora la squadra. «Lavoriamo duro, con scienza e i frutti si vedo in campo. Il back-door con cui Jaaber è stato mandato a schiacciare su assist di Hutson è l'esempio che quello che proviamo in allenamento può concretizzarsi in partita. È una situazione, ma ce ne sono molte altre. La squadra mi segue perché siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Mi sento un pò come Robert Redford: lui sussurrava ai cavalli, io lo faccio con dei campioni usando il linguaggio del lavoro». Ma la Virtus, attesa giovedì dalla sfida di Eurolega a Tel Aviv, può e deve crescere ancora. «Dobbiamo allungare i minuti di aggressività. Con Milano appena siamo calati loro ci hanno messo le mani addosso e abbiamo sbandato. Ma con il lavoro cresceremo. Non mi pongo limiti e non devono farlo i ragazzi. Questa squadra può arrivare molto in alto».

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