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«Vinciamo perché sappiamo gestire le sconfitte»

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JosefaIdem, mito intramontabile della canoa azzurra, specialista del kayak individuale, è probabilmente la persona più adatta a spiegare come si fa a restare competitivi nonostante un'età sportiva non più verde. Josefa Idem, ormai lei ha fatto scuola... «È successo soprattutto perché è cambiato il modo di fare sport. Ormai è diventato un lavoro vero e proprio. Non si può pensare di conquistare una medaglia olimpica senza allenarsi almeno sei-sette ore al giorno. Gli sponsor, le federazioni e le società sportive te lo consentono finanziandoti e quindi è anche più facile "allungarsi" la carriera». Solo una questione di allenamenti? «Ovviamente no. La testa è un aspetto fondamentale. Quando sei giovane hai voglia di spaccare il mondo, e questo non sempre è positivo: bisogna sapere quando staccare, allenarsi con i carichi giusti. Io, ad esempio, ho sempre coltivato tanti altri interessi, mi piace scrivere, sono stata assessore allo Sport al Comune di Ravenna per sei anni. Tutto questo mi ha sempre aiutato a non fossilizzarmi sulle prestazioni. So quando concentrarmi e quando staccare». E le due maternità non l'hanno danneggiata? «Tutt'altro. Quando guardo i miei figli io capisco quali sono le vere priorità della vita. E di conseguenza so anche accettare con serenità una sconfitta e non abbattermi mai». C'è qualche collega dello sport che l'ha stupita per la longevità? «Beh, credo che la ciclista francese Jeannie Longo, a 51 anni ancora tra le più forti, sia un esempio non facilmente imitabile». E lei fino a quando ha intenzione di stupire? «Il mio obiettivo sono le Olimpiadi a Londra del 2012. Per arrivarci dovrò lavorare molto seriamente e un passaggio importante saranno i Mondiali in Polonia l'anno prossimo. Ho conquistato cinque titoli nella rassegna iridata, è un evento a cui tengo molto». Car. Sol.

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