Nella Capitale ho realizzato il mio sogno

L'oroche ho vinto il 25 luglio nella 25 km di fondo, nelle acque di casa mia, davanti ai miei amici e ai miei parenti, rappresenta il sogno che si realizza, un sogno coltivato per quattro lunghi anni. Per me il Mondiale di Roma è iniziato il 16 luglio 2005 a Montreal, in Canada. Quel giorno Roma ebbe la meglio su tutte le altre città candidate e ottenne la possibilità di organizzare la XIII edizione dei Campionati di nuoto Fina. Ricordo quel giorno perché da quello successivo cominciai ad allenarmi per Roma 2009. Nel mio sport, il nuoto in mare, funziona così: i risultati vanno costruiti in anni di allenamenti e l'aspetto mentale va allenato tanto e quanto quello fisico. Quando nuoti in mare non sai mai cosa aspettarti finché non arrivi alla partenza. Se il mare è mosso, se l'acqua è fredda, se ci sono correnti o anche meduse, questo lo sai quando entri in acqua ed è lì che ogni volta inizia una gara diversa, mai uguale a quella precedente. Io e il mio allenatore proviamo in allenamento i diversi approcci a seconda delle condizioni ma ogni gara, alla fine, è unica. Quel 25 luglio 2009 mi sono presentato al via con una grande voglia. Nella 10 km ero finito quarto, con il risultato finale arrivato solo il giorno dopo la gara in attesa di un ricorso, poi respinto, che avrebbe potuto significare per me un bronzo mondiale. Ricordo che era una giornata molto ventosa e per fortuna c'eravamo preparati per un mare ondoso. L'approccio era stato subito buono e non ho avuto problemi neanche nel corso della gara. Ho capito che me la sarei dovuta vedere con l'australiano Grimsey e col russo Diatchin per la volata finale. Pensavo che saremmo arrivati allo sprint ma al penultimo rifornimento ho allungato la bracciata e l'australiano ha sofferto. Avevamo deciso di rimanere coperti fino al ventesimo km per risparmiare energie dopo la 10 km. La tattica si è rivelata giusta. Negli ultimi metri immaginavo già quanta felicità mi avrebbe circondato una volta finita la gara e sono contento di aver regalato questa emozione a tutti, con una dedica particolare per la mia famiglia e il mio allenatore. Ci ho messo un po' a realizzare, a capire l'importanza di quell'oro. Io sono un tipo un po' introverso, riflessivo ed è anche per questo che amo così tanto il mio sport: mi dà tanto tempo per pensare. Oggi sono più consapevole di quanto valga quell'oro mondiale e il traguardo che ho raggiunto mi aiuta ad allenarmi meglio. So che la fatica, i sacrifici ed il lavoro prima o poi pagano ed ora so anche quanto è bello cogliere i frutti di quel lavoro. Per me quest'anno che sta per concludersi ha significato tanto e non saprei cosa chiedere di meglio al 2010 ma nel frattempo mi alleno. C'è sempre un sogno da inseguire e tanta fatica da fare se si ha intenzione di realizzarlo. *Medaglia d'oro ai Mondiali di Roma 2009 nei 25 km in acque libere