Tracollo Juventus, ma Ferrara resta
TORINO - Un disastro. La Juve non c'è più. Perde in casa contro il Catania e sprofonda nel buio più buio: contestazione prima, durante e dopo la partita. Uova contro il pullman a ora di pranzo, cori contro dal primo minuto, striscioni ironici e non solo, giocatori aspettati fuori dagli spogliatoi e via di questo passo: nervi a fior di pelle e Natale amarissimo. Quel che succederà adesso è nella testa di Blanc e solo sua: oggi ci sarà un consiglio di amministrazione, chissà cosa succederà. Gode il Catania, ovvio: che non vinceva a Torino dal 1963 e che con Mihajlovic ha ritrovato entusiasmo e compattezza. Bravi loro, pessima la Juve dal primo all'ultimo minuto nonostante abbia avuto la possibilità anche di vincere il match. Peccato che, dopo il pareggio segnato da Salihamidzic (catanesi in vantaggio con Martinez, su rigore), Trezeguet si sia mangiato un gol fatto e che, in contropiede, Izco abbia poi punito la supponenza bianconera. In mezzo, di tutto di più: «Di spalle per una squadra senza palle!!!» il primo striscione, «Andrea Agnelli» il secondo, Blanc Secco Fassone, Patania e i soldi degli Agnelli volano via. Dilettanti allo sbaraglio» il terzo. E poi i cori, da entrambe le curve. I soliti: «Andate a lavorare», «Vergognatevi», un ironico «vinceremo il tricolor», un nostalgico «Pavel Nedved» seguito da «Luciano Moggi» e «Forza Bettega». Fino al disperato «come i granata, voi siete come i granata». Torino città è in ginocchio: la Juve non funziona, il Toro nemmeno. «Io non abbandono la nave, mi piace andare per mare – ha detto Ferrara alla fine -. Se resteremo uniti, ne verremo fuori. Tutti insieme, remando dalla stessa parte. Qual è il vero problema? Se lo conoscessi davvero, lo avremmo anche risolto. Non c'è una sola cosa che non funziona, ma sono tanti i particolari fuori posto». «La fiducia in Ferrara e nella linea seguita finora non cambia», la chiosa di Blanc. Beato lui che ha le idee chiare.