«Ora deve parlare il campo»
Archiviataa fatica la prima contro il Maroussi («ho smesso di pensare da un bel po' di tempo che esistano buone sconfitte») il coach giuliano punta ora con la sua squadra su Varese dove oggi (ore 12, diretta Sky Sport 2) andrà in scena l'ultimo turno prima della sosta natalizia. Qual è lo stato di salute della sua Lottomatica? «La risposta potrà darla solo il campo. Ho spiegato ai giocatori che non servono messaggi attraverso la stampa ma dovranno parlare sul campo. Ho la sensazione però che la lampadina abbia ripreso un po' di luce dall'allenamento di venerdì sera. Una vittoria aiuterebbe ad affrontare la pausa, dove il lavoro crescerà ancora, nel migliore dei modi». I problemi della Virtus sono di testa o di gioco? «L'impressione è che la squadra non sappia reagire alle difficoltà e che se un sassolino rotola dalla vetta si trasforma poi in una frana. In 40 minuti capiteranno sempre momenti delicati. Dobbiamo lavorare per ridurli al minimo e avere la capacità di reagire». Però con Hutson in queste condizioni è difficile andare lontano. «Sarebbe sbagliato parlare solo di un problema Hutson. Lui deve imparare a giocare con la squadra e la squadra lo deve coinvolgere. Michael Jordan è stato sempre un fenomeno ma ha iniziato a vincere quando ha capito che sul campo aveva bisogno dell'aiuto dei compagni. Ma non deve solo svegliarsi lui, lo devono fare anche gli altri. A Roma si resta se si produce». E dei suoi italiani cosa pensa? «Da loro, lo ripeto, non voglio dichiarazioni di solidarietà verso di me ma che mi vengano sotto e mi dicano: "ci pensiamo noi". Qui alleno una bella fetta della Nazionale ed è un onore. Se Jaaber e Hutson non ce la fanno voglio che a risolvere il problema siano Vitali o Crosariol, per esempio. Sono io che dico loro: "Datemi fiducia", non viceversa. Roma ha puntato forte sugli italiani e loro devono aiutarci ad allontanarci dalla zona retrocessione che è a 2 punti». Le chiavi per provare a fare bene a Varese? «Tenere meglio l'uno contro uno degli avversari e dare continuità ai piccoli segnali di carattere visti con i greci. Abbiamo perso ma la gente ci ha applaudito. Segno che ha apprezzato i nostri sforzi. Voglio che nella Virtus si crei lo sesso spirito di gruppo che esiste nelle accademie militari. Ecco perché ho apprezzato, in una visita di qualche mese fa, la Stella Azzurra. Quei giovani sono come i cadetti di West Point, sempre pronti ad aiutare il compagno in difficoltà. Con questo spirito si va lontano».