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Un bel regalo sotto l'albero per i romanisti

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Nellostato d'animo, per altro, del bambino che ha scritto la sua letterina a Babbo Natale e che sa già come genitori e nonni abbiano provveduto ad esaudire i suoi desideri. La firma sul contratto di Francesco Totti è un atto formale, già vagliati tutti gli aspetti del prolungamento per cinque anni, già definiti anche i dettagli, mancava il sigillo ufficiale che non poteva indugiare ulteriormente. Dalle cifre che la società ha reso note dopo la chiusura della Borsa, per obblighi precisi, emerge un dato, a spazzare qualsiasi dubbio residuo, cioè l'amore infinito che lega il Capitano a questa maglia, qualche euro di meno nelle tasche del giocatore, bazzecole che non modificano il tenore di vita dell'interessato, senza intaccare la solidità del vincolo. Avrebbe potuto avere già da tempo la marca da bollo dell'ufficialità, questo contratto, forse la società ha deciso che il Natale rappresentasse un'occasione unica per regalare al tifo uno spiraglio di luce. Uno spiraglio reale, tangibile, altro che i pezzi di carta dello stadio fantasma con i quali era stato frenato qualche mese fa il malumore della brava gente. E non, come è stato ventilato in questi giorni, l'ennesima partenza di un pezzo pregiato: Juan, in questo caso, con la prospettiva che i soldi incassati facesseero la stessa fine di quelli partiti da Liverpool per avere Aquilani e scialacquati, senza badare a spese, per portare in giallorosso Zamblera. Per rispondere ai pochi che non consideravano urgente il rinnovo, è giusto chiariere che il suo ingaggio Francesco finisce col pagarselo in prima persona. Di più: se la società fosse riuscita a darsi strutture adeguate a livello di merchandising e di sfruttamento di immagine, l'accordo si sarebbe tradotto in un sostanzioso vantaggio economico per un club ancora a caccia di prestiti gratuiti per migliorarre l'onore di Claudio Ranieri. E poi questa caccia alla punta di peso è «fuffa» autentica, come direbbe il mio amico Tiziano. Arduo che un attaccante di valore venga a scaldare la panchina, sapendo di dover sperare, per vedere il campo, in un raffreddore del capitano. Al quale è invece doveroso augurare lunga e ferrea salute. Per chiudere, nota lieta il primato in Europa League, qualche avversario scomodo felicemente eluso.

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