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Mou: «È vero, ho insultato un giornalista»

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Ditanto doveva dare spiegazione José Mourinho, e un po' imbarazzato l'ha fatto ieri sera, nella conferenza stampa pre coppa Italia. «Voglio essere onesto, è vero che ho insultato il giornalista, è vero che ho utilizzato una parola che noi tutti consideriamo un insulto, ma non l'ho spinto e non ho tentato di aggredirlo. Sono arrivato a questo punto perché è un processo che viene da lontano». L'atteso mea culpa insomma è arrivato, anche se un po' in ritardo. E anche i toni, nonostante qualche estemporanea eccezione, sono cambiati. E molto. Sono diventati quelli di chi ha capito di aver esagerato, e cerca di ricucire. Anche se su un punto non cede, il Mourinho placato. Sul fatto che «non gli chiederò scusa pubblicamente, perché la situazione non era pubblica. È stato lui a renderla pubblica. Comunque – conclude sull'episodio - voglio finire la storia con un po' di buonumore, e da lui mi aspetto un regalo di Natale enorme, perché se prima il Ramazzotti famoso era Eros adesso è lui». Adesso si ricomincia dalla coppa Italia col Livorno, gara che affronterà «con un piede avanti e uno dietro, perché abbiamo già giocato con il Livorno e non è stato facile, perché il Livorno ha eliminato una delle semifinaliste della passata stagione ed è una squadra che sta migliorando». Poi ci sarà spazio anche per il mercato. Toni, Pandev o Cavani. «Se arrivasse un attaccante a gennaio - ammette - visto che Eto'o andrà via per la coppa d'Africa, sarei contento». Dar. Nic.

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