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Italia, l'ora delle conferme

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Ilrugby italiano ha di fronte un 2010 ricco di sfide fondamentali per continuare a crescere. Si comincia subito dall'appuntamento più importante per l'Italrugby, il Sei Nazioni. Il prossimo 6 febbraio al Croke Park di Dublino gli Azzurri esordiranno contro l'Irlanda campione in carica e in grande spolvero dopo i successi di novembre. I verdi riscuotono vittorie anche con i club (Munster e Leinster) e hanno assorbito alla grande il ricambio generazionale grazie ad una programmazione che si dovrebbe copiare. Il gigante O'Connell e O'Driscoll garantiscono la continuità mentre i nuovi talenti Kerney e Sexton rappresentano la nuova frontiera. Resta l'Irlanda la favorita per succedere a sè stessa nel Sei Nazioni, anche se dovrà guardarsi dal ritorno della Francia, capace di battere negli ultimi mesi Nuova Zelanda e Sudafrica. Un gradino sotto il Galles e l'Inghilterra che ritrova Wilkinson ma è falcidiata dagli infortuni mentre l'Italia dovrà, come al solito, giocarsela con la Scozia il cui successo con l'Australia potrebbe non essere solo un episodio. Evitare il cucchiaio di legno e, in generale, l'ultimo posto sarebbe già molto visto che il calendario impone tre trasferte su cinque match, soprattutto se l'Italia riuscirà a mostrare ulteriori progressi sul piano del gioco. Il ritorno del rolling maul ha restituito agli Azzurri un'arma letale, la mischia chiusa è tra le prime al mondo e a livello europeo non ha rivali. Oggi piloni come Perugini e Castrogiovanni sono invidiati da chiunque. Gower a numero 10 garantisce difesa, personalità e variazioni in attacco. Il problema è quando serve il gioco tattico al piede e la precisione dalla piazzola. Il ct Mallett e il suo staff faranno bene a reperire un calciatore con percentuali degne in tempo per il Sei Nazioni. Con un pack così dominante come quello azzurro disporre di un cecchino in grado di capitalizzarne la superiorità potrebbe fare la differenza tra un Torneo desolante e il miglior risultato della storia. Proprio di risultati positivi la Nazionale ha disperatamente bisogno per alimentare la straordinaria «fame» di rugby mostrata dai 125.000 spettatori nei tre Test Match di novembre. Un patrimonio che sarebbe delittuoso gettare via. Ale.Fus.

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