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Il mito di Azzurra non tramonta mai

L'equipaggio di Azzurra al Ouis Vuitton Trophy

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C'è una data nella quale la vela, da semplice interesse per gli addetti ai lavori, divenne passione nazionale. Era il 19 luglio del 1982 quando lo Yacht Club Costa Smeralda varò «Azzurra», mettendo al comando personaggi poi entrati nel mito dello sport come lo skipper Cino Ricci e il timoniere Mauro Pelaschier. L'anno successivo l'equipaggio partecipò alla Louis Vuitton Cup e chiuse terzo. Una delle avventure, per chi l'ha vissuta all'epoca, più coinvolgenti dello sport italiano, pur non potendo ancora contare sulle dirette tv che arriveranno solo col Moro di Venezia. Ma senza Azzurra non ci sarebbero stati Moro, Luna Rossa e Mascalzone Latino. Ventisei anni dopo la magia si è ripetuta. La nuova Azzurra, voluta da Riccardo Bonadeo, commodoro dello Yacht club Costa Smeralda, e dal presidente dei team Giovanni Maspero, già attivo da 10 anni col suo JoeFly, è tornata in acqua e, tra lo scetticismo generale, ha conquistato il Louis Vuitton Trophy di Nizza, battendo in finale i mostri sacri della Nuova Zelanda. Al timone Francesco Bruni, uno dei migliori talenti della vela italiana con alle spalle tre Olimpiadi e l'esperienza in Coppa America con Luna Rossa. Poi un equipaggio affiatato che comprendeva come team manager Alessandra Sensini, mito del windsurf azzurro. L'obiettivo per il 2010 è quello di prendere parte a tutte le tappe della Louis Vuitton in attesa delle nuove selezioni per la Coppa America, che l'eterno duello legale tra Alinghi e Oracle ha fatto rinviare sine die. Nel frattempo c'è un ritrovato entusiasmo da cavalcare. Lo sa bene Mario Pescante, vicepresidente del Cio, ieri presente a Palazzo Chigi con i massimi esponenti di sport e governo nazionale per rendere omaggio all'equipaggio protagonista dell'impresa. «Ho un sogno, rivedere queste regate alle Olimpiadi - ha detto -. Per Londra è impossibile, ma per Rio 2016 possiamo farcela». Detto da uno che nel Cio conta qualcosa, fa ben sperare.

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