Miccoli-show e il Milan affonda

Nella giornata in cui poteva davvero riaprire il campionato il Milan perde in casa contro un buon Palermo e spreca la grande occasione di andare a soli tre punti dall'Inter. Vince meritatamente la squadra di Delio Rossi che mette a nudo tutte le contraddizioni tattiche del modulo di Leonardo, che offre sempre tanto spazio a chi ne sa approfittare. Dopo dieci partite in campionato (14 contando anche la Champions), il Milan torna a perdere e Leonardo sbaglia ancora una volta a non cambiare quasi nulla a centrocampo. L'unica novità è Abate al posto di Pato, che non è al meglio e parte dalla panchina e. Nei primi 3 minuti della partita, Cavani si mangia una grande occasione, Bresciano scalda i pugni di Dida e Nocerino calcia alto non di molto. Si risveglia il Milan con Ronaldinho che crea sempre qualcosa di pericoloso e al 17' serve Seedorf che però calcia a lato. La partita è equilibrata e Bresciano spreca un'altra buona occasione al 29', mentre Borriello, ancora il migliore nell'attacco rossonero, incrocia il sinistro a fil di palo. Anche l'inizio della ripresa è del Palermo ma questa volta gli ospiti segnano e mandano in crisi i rossoneri grazie a un destro di Miccoli al 4' che viene deviato da Zambrotta prima di finire in rete. Leonardo inserisce Pato per Abate ma il Palermo fa paura davanti a Dida che viene prima graziato da Simplicio e poi punito da Bresciano al 17', al termine di un'azione portata avanti benissimo sempre da Miccoli. Con l'ingresso di Inzaghi il Milan passa al 4-2-4. Pato si vede solo quando intercetta un tiro di Ronaldinho e tira moscio addosso a Sirigu, mentre di Inzaghi si ricorda solo un colpo di testa debole. Il tiro più pericoloso parte dai piedi di Zambrotta ma Sirigu mostra di essere davvero un buon portiere. E così il Palermo vince la gara e si riporta nel gruppone. Al Milan restano molte riflessioni su uno schema tanto divertente quanto rischioso. Alla fine Leonardo rende onore al Palermo: «Oggi non abbiamo giocato male. Solo che abbiamo trovato un Palermo che ha giocato meglio».