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Una serata che ridà forza all'Italia

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L'impresala firma la Fiorentina, non ha neanche bisogno di schierare la formazione migliore se non nel finale, quando serviva il miracolo. Gilardino, naturalmente, assistito da uno dei nuovi entrati, Vargas. E il Liverpool non aveva regalato nulla, ci teneva a salutare la Champions con una vittoria, ma contro i viola ha perso sei punti su sei. Per il nostro calcio, anche la soddisfazione di vedere in campo da titolari Dossena e Aquilani, per il talento romano anche la standing ovation dell'Anfield. Agli stenti dell'Inter a lungo blocata dalla paura, ha messo riparo un grandissimo Balotelli, gol splendido su punizione, assist per il gol di Eto'o. Ma la vetta del girone appartiene al Barcellona, che spegne in rimonta i sogni della Dinamo Kiev. Nel tabellone del «juego a morir», come gli ispanici definiscono l'eliminazione diretta, la prima parte dell'ultimo turno aveva lasciato libere appena quattro caselle: alle otto promosse del martedì andavano infatti già aggiunte Fiorentina, Lione, Siviglia e Arsenal, quest'ultimo a contendere al Bordeaux la migliore classifica di qualificazione. Molte delle grandi favorite avanti secondo pronostico, tra le escluse due i nomi sorprendenti: il Liverpool, da tempo rassegnato all'Europa minore, e soprattutto la Juventus. Vero che il calcio italiano non aveva regalato, fin dai primi passi della Champions, momenti di esaltazione, però il tonfo juventino non era nei preventivi. Società, tecnico, giocatori concordi nel reiterare fino alla noia proclami di gloria, come siamo belli, come siamo bravi, nessuno ha il nostro carattere. Un boomerang, alla resa dei conti, un boomerang che si è ritrovato tra i denti anche quella sorta di portavoce ufficiale che è il quotidiano sportivo torinese, quello che con apprezzabile eleganza aveva deciso il licenziamento mediatico di Claudio Ranieri. E che ieri mattina ha decretato come la Juve debba cambiare tutto, un flop i grandi acquisti, fallimento su tutta linea. Magari hanno nostalgia di Moggi, evocato da qualche tifoso poco intelligente, ma sarebbe ora di scusarsi con il tecnico romano, che aveva ottenuto risultati più che onorevoli, prima che dalle casse uscisse una barca di soldi per arrivare a Diego e Felipe Melo.

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