Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Tiger era ubriaco» Gli sponsor fuggono

default_image

  • a
  • a
  • a

Nonè una «marrazzeide» ma poco ci manca. E già, perché dopo il florilegio di donne (moglie, otto amanti e suocera), nell'intricata vicenda di Tiger Woods sono entrati anche alcol e farmaci, in un tourbillon di rivelazioni che sta precipitando sempre più nel fango l'immagine del campione di golf. E gli sponsor si sono stancati di stare a guardare, cominciando ad abbandonare quello che fino a qualche settimana fa era il testimonial più amato negli Usa. Ma andiamo con ordine. A sferrare l'ultimo colpo è stata nuovamente la moglie (presto ex) Elin Nordegren. Secondo il sito di gossip «Tmz», infatti, la donna avrebbe raccontato alla polizia della Florida che la sera dell'incidente, il 27 novembre, Woods era profondamente alterato perché «aveva bevuto alcolici tutto il giorno». E, per non farsi mancare nulla, aveva assunto anche un sedativo (Ambien) e un antidolorifico (Vicodin), regolarmente prescritti ma che con l'alcol sarebbero diventati una miscela esplosiva. La rivelazione, se non si tratta solo di un metodo per ricavare ancora più soldi dal già milionario divorzio, chiarisce alcuni aspetti e ne complica altri. Si comprenderebbe, infatti, perché Woods, al momento del ricovero, sia stato classificato come «OD» (overdose drugs), ma non si capirebbe perché la polizia si sia affrettatta a smentire che il campione fosse in stato di ebbrezza. Con ombre sul procuratore di Stato Steve Foster, che avrebbe negato all'ospedale la possibilità di fornire un campione di sangue di Tiger alla polizia. E se le forze dell'ordine pretendono certezze, alle aziende che avevano eletto il golfista come uomo immagine, bastano i sospetti per darsela a gambe levate. Inizialmente si era trattato solo di oscuramento mediatico: secondo l'istituto di ricerca stanutitense Nielsen, dal 29 novembre scorso nessuno spot con protagonista Woods è stato più trasmesso dalle principali reti televisive americane nel prime time, la cosiddetta prima serata. Adesso, invece, è cominciata la vera e propria fuga, con la Pepsi.Co a fare da battistrada. Il colosso ha ritirato dal mercato il Gatorade Tiger Focus, prima bevanda lanciata col nome di un atleta. E se dai vertici spiegano che si tratta di una decisione di politica aziendale presa molti mesi fa, la tempistica dell'operazione lascia molti sospetti. Non c'è da dubidare che presto anche i vari Nike, Accenture, Tag Hauer ecc. decideranno per simili retromarce. Considerando che il patrimonio di Woods - 67 milioni di reddito annuo secondo «Forbes» - si basa sugli sponsor per almeno il 90%, si comprende come mai il campione, col divorzio alle porte, sia tutt'altro che tranquillo. Specie se l'unico sportivo ad avergli espresso solidarietà finora è stato Andrè Agassi («non dobbiamo giudicarlo»). Un altro che, dopo l'autobiografia choc in cui rivela la dedizione al doping, non gode dell'incondizionata fiducia degli americani.

Dai blog