Roma, profumo di Champions
Un risveglio dolcissimo. Davanti agli occhi della Roma c'è la Champions, vicinissima, alle spalle un derby vinto e impossibile da dimenticare. Adesso tutto sembra più facile. Adesso. Perché alla terza giornata di campionato Claudio Ranieri ha ereditato una squadra a pezzi e con zero punti in classifica. Da allora è partita una rimonta decisa, ma spezzata in due fasi: in mezzo le tre sconfitte consecutive contro Milan, Livorno e Udinese. Prima e dopo soltanto vittorie e pareggi. E c'era sempre Totti in campo a differenza di quando sono arrivati i tre ko. Non può essere un caso. In tredici giornate la Roma ha collezionato 24 punti, gli stessi della Juve. Hanno fatto meglio solo le milanesi: Inter 31 e Milan 28. I giallorossi hanno recuperato 4 punti alla Fiorentina e al Napoli, 6 alle due genovesi e la bellezza di 17 sulla Lazio. La risalita vale l'attuale quinto posto in condominio con Fiorentina, Genoa e Sampdoria, quest'ultima avversaria dei giallorossi domenica sera. Quando finalmente Totti e Cassano si ritroveranno uno davanti all'altro in campo. Il turno successivo all'Olimpico arriva il Parma di Panucci, quarto in classifica: è il momento di accelerare dopo aver preso la rincorsa. Se possibile, ritrovando anche il bel gioco di cui non c'è ancora traccia. Cosa è cambiato dall'inizio disastroso oltre al tecnico? Ovviamente lo staff e quindi gli allenamenti. I giocatori, incrociando le dita, non si fanno più male con la frequenza degli anni passati: ora si lavora più con il pallone e meno sui muscoli. I risultati si vedono. È cambiato anche il portiere e domenica la Roma è riuscita a non prendere un gol interrompendo una maledizione lunga quasi sette mesi. Julio Sergio è l'uomo che si divide la copertina post-derby insieme a Cassetti. «Il merito è tutto del ragazzo - spiega il preparatore dei portieri della Roma Giorgio Pellizzaro - se è riuscito a rimanere qui per tre anni senza giocare vuol dire che ha un grande carattere». I tifosi non si spiegano ancora la parata su Mauri e lo paragonano a Tancredi. C'è poi la crescita di altri giocatori partiti con il freno a mano. Da Vucinic, sempre più assist-man, a Mexes e Perrotta, da Riise che sembra tornato quello di Liverpool a Juan: quando gioca fa ricordare a tutti che è il più bravo. È tornato De Rossi, Menez sta cominciando a capire dove è capitato: tutte belle notizie per Ranieri. «Ma non sono ancora soddisfatto» ha tuonato il tecnico dopo il derby. Giusto. Cassetti non può segnare ogni domenica.