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Basterebbe così poco per volare

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Nellamediocrità estenuante dell'attuale campionato di calcio italiano, dove una squadra che non vince dallo scorso 30 agosto non è ancora in zona retrocessione e un'altra partita col freno a mano tirato si ritrova a un passo dalla Champions, basterebbe davvero poco poco per fare il salto di qualità. Due riflessioni affiorano il giorno dopo un successo striminzito che è valso però tre punti importantissimi e una wild card per i tifosi romanisti nei bar capitolini fino alla gara di ritorno. La prima riguarda proprio i tifosi giallorossi che, seppur con tutte le attenuanti del caso, godono più per l'aver messo a un punto dalla B la Lazio che non per il fatto di ritrovarsi a bordo di una Roma a un solo punto dalla zona Champions. Segnale bello e brutto allo stesso momento che non fa purtroppo che confermare le malelingue della vigilia che avevano additato la stracittadina numero 133 della capitale come il derby dei poveri. La seconda riflessione riguarda invece la Roma... nella sua «massima» espressione: quella societaria. Lasciando per un momento all'angolo tutte le critiche e le polemiche piovutegli addosso dopo quello che in molti hanno definito «il bluff dello stadio», l'attuale proprietà del club giallorosso potrebbe riscattarsi mettendo mano al portafogli. Basterebbero infatti due o tre «piccole» cose (e nemmeno così carestose) per far decollare definitivamente questa squadra e portarla fino dove meriterebbe di essere. E sarebbe un segnale «chiaro» anche per quei tifosi che delle beghe societarie, dei tiraemolla tra imprenditori e delle ripicche «famigliari», non vogliono sentir parlare: ma sono interessati invece alle sorti di una Roma che rischia altrimenti di restare impantanata nella mediocrità di questo campionato.

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