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Una Juve senz'anima affonda a Cagliari

L'attaccante della Juventus Amauri

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CAGLIARI - Ognuno vede la partita che crede. E se Ferrara parla di sconfitta immeritata in quel Di Cagliari (2-0, reti di Nenè e Matri), certo lo fa perché ne è convinto. Però, se Marchetti si è sporcato i guantoni solo nei venti minuti finali, pare difficile sostenere che la Juve non abbia patito la squadra di Allegri. Vero che su Amauri avrebbe potuto essere fischiato un rigore, vero anche che nel primo tempo Jeda è stato fermato quando si stava presentando davanti a Buffon per un precedente fallo di Sissoko: la Juve, insomma, solo nel confuso finale ha creato qualche problema a Marchetti.   La Signora è attesa adesso da due partite impossibili da sbagliare: Inter e Bayern Monaco. Il rischio, chiaramente, è che di qui a dieci giorni la stagione vada archiviata con insoddisfazione: se ciò avvenisse, il bilancio sarebbe peggiore di quello di Ranieri, l'anno scorso considerato il Male Assoluto. Probabilmente, invece, il problema sta altrove: giocatori sopravvalutati (Felipe Melo, Poulsen, Tiago, magari lo stesso Diego e Amauri) e altri ormai a fine carriera (Camoranesi, Del Piero, Cannavaro) che fanno quello che possono ma non sono in grado di reggere gli urti del calcio moderno e super organizzato.   L'estate dei sogni è lontana, insomma. In compenso, incombe un Natale triste che più triste non si può: a meno che i prossimi dieci giorni cambino tutto.

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