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Murray e Nadal salutano il Masters

Rafael Nadal

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Andy Murray e Rafael Nadal salutano Londra e il Masters. Anche se le due eliminazioni hanno storie completamente diverse. Lo scozzese, idolo di casa, ha battuto Fernando Verdasco dopo tre ore esatte di un match combattutissimo (6-4, 6-7, 7-6 il risultato finale), ma non è bastato. Alla fine, infatti, la classifica del suo girone, anche in virtù della sconfitta di Federer con Del Potro per 2 set a 1, è stata decisa dalla differenza tra game vinti e game persi. E se lo svizzero ha fatto registrare un rassicurante +4, Del Potro ha agguantato le semifinali per un solo game in più rispetto allo scozzese (+2 contro +1). Il modo rocambolesco in cui si è concluso il gruppo A, unito al fatto che quella tra Federer e Del Potro è stata la settima partita (sulle prime dieci) del torneo che si è risolta al terzo set, dimostra un sostanziale equilibrio tra gli otto protagonisti con una sola eccezione. Infatti dev'essere stato triste - e non solo per i molti tifosi di Rafa Nadal - assistere alla partita che il giovane spagnolo ha perduto, in soli due set, contro Nikolay Davydenko e che lo ha di fatto eliminato dal torneo. Battuto due volte, senza nemmeno la consolazione di un set, Nadal non aveva più a quel punto la possibilità di qualificarsi per le semifinali ma non era questa la situazione più interessante e la risposta più importante. Si trattava piuttosto di verificare lo stato di salute tennistica del giocatore che, dopo aver vinto cinque tornei nella prima parte della stagione e aver conquistato il primo posto nella classifica mondiale, non era più riuscito, dal suo rientro in campo ad agosto, non solo a vincere un torneo ma nemmeno a giocare, salvo un incontro con il francese Tsonga a Bercy, una sola partita all'altezza del suo valore e della sua classifica. Perduto nettamente il primo set, Nadal è riuscito a rifugiarsi nel tie-break nel secondo ma lo ha ceduto malgrado un pallido tentativo di rimonta che ha soltanto allungato il set senza cambiarne il destino. A Nadal rimane ora da giocare solo una partita (contro Djokovic) nella quale ci sarà in palio solo il suo orgoglio, ma rimarrà aperta la ricerca delle ragioni che ne hanno determinato il drammatico crollo. È un problema che riguarderà tecnici, psicologi e forse anche medici, oltre al capitano della squadra spagnola di Coppa Davis, Albertt Costa, che dovrà decidere se schierare Nadal nella finale in programma a Barcellona tra pochi giorni.

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