Una figuraccia nata da scelte incomprensibili
Iltracollo di Lubiana che va di diritto sul podio delle figuracce continentali assieme alla famosa caporetto di Vitoria ed alla rullata casalinga subita dal Cska Mosca è figlio di una squadra che sta perdendo anche in Europa l'identità. I segnali c'erano stati ma la presunzione di chi non vuol mai ammettere i propri errori arrogandosi, sostenuto dai peana dei cantori di circostanza, conoscenze di basket sempre più sindacabili, ha fatto alzare una cortina di nebbia fatta di inutile vittimismo su una squadra costruita su basi discutibili. Roma continua ad iniziare le gare con un play che tale non è e mostra sempre più la totale assenza nella rosa di una guardia tiratrice. Roma ha smarrito anima e cuore non certo il gioco visto che, a parte le volate in velocità ed il ripetersi stantio del pick and roll, di una traccia tattica in attacco non se ne è mai avuta notizia. A Lubiana le contraddizioni sono emerse lampanti. Quintetti dettati da scelte isteriche, nessuna voglia di aiutarsi tra compagni, contropiedi gettati al vento per egoismo ed ottusità lo specchio di una squadra dove le singole individualità, alcune neppure eccellenti, si riconoscono giusto per il vestire colori uguali. E quello indossato a Lubiana è sembrato il rosso della vergogna.