Il presidente: non serve svilire la Roma se la si vuole comprare
Raccogliamo,in compagnia di «pochi eletti», la replica del presidente della Roma Rosella Sensi in merito alla situazione a dir poco ingarbugliata della società giallorossa e alle ultime indiscrezioni uscite sulla stampa: la richiesta di Unicredit di annullamento dell'ultimo bilancio di Italpetroli che per la banca è un'azienda ormai in default. Uffici romani di Italpetroli, la nomenklatura giallorossa attorno a un tavolo (insieme a Rosella c'è la sorella Silvia e i dirigenti Mazzoleni, Montali, Pradè, Conti e Bendoni), in una stanza così minuscola da «impedire l'accesso a tutto il resto della stampa». E partiamo proprio da qui. «Oggi parliamo perchè questo è un linciaggio mediatico che noi pensiamo non sia giustificato nei confronti del gruppo, della famiglia e di As Roma. Non si posso dare le notizie come se fossero sentenze di tribunale. Non ho nulla contro i giornali, ognuno fa il suo mestiere, ma a volte sentire la controparte sarebbe una cosa carina. Quello che mi ha seccato è un atto a nostro a avviso infondato e per il quale presenteremo nei luoghi opportuni: avrà i tempi di un processo ordinario». E i decreti ingiuntivi? «A noi risulta che la metà di questi decreti sono stati rigettati, o che non sono esecutivi. Se anche l'atra metà dovesse essere rigettata, pensate a quanti danni a questo gruppo e alla As Roma sono stati fatti». Ma la cosa nasce dal vostro socio di minoranza. «Io apprendo che le fonti sono bancarie. Intanto ho avuto dei danni e chiederò conto a chi li creati». I danni a un socio? «Io non ho detto a un socio, ma solo che chiederò i danni: lo valuteremo con i nostri legali, quanti e a chi chiederli». Ha paura che si possa chiedere il fallimento di Italpetroli? «Assolutamente no, perchè sono dati infondati. A mio avviso ci sono dei criteri infondati e lo dimostreremo nelle sedi opportune». Prossime mosse? «Oggi ho molte famigle di nostri dipendenti che erano in crisi per questa cosa. Ho dovuto rassicurare le persone, io devo tutelare tutti, anche i calciatori e non a caso ho qui con me i miei dirigenti». Ma questa guerra non fa altro che complicare la situazione. «Il nostro riserbo e atteggiamento è stato pacato finché non abbiamo ricevuto degli attacchi. E questo lo è in piena regola e chi lo ha messo in atto dovrà renderne conto. Abbiamo un collegio di professionisti che valuteranno il da farsi sotto tutti i profili. Anche nei confronti dei mezzi di comunicazione che hanno sbagliato». Non crede che così facendo il vostro azionista di minoranza vi sta indebolendo? «I loro comportamenti valutateli anche voi, per noi ci pensano i nostri legali». Avrà ripercussioni sulla squadra? «Quando girano certe voci inevitabilmente le cose si complicano. Indubbiamente il nostro ultimo mercato si è complicato a causa delle voci, non vorrei che succedesse così anche a gennaio». Già e la gente si chiede cosa sta succedendo? «Non sta succedendo niente! La Roma sta andando avanti: ha un organico che non si è indebolito, i giocatori non sono diventati ad un tratto dei brocchi. Il problema è la mancanza di risultati e non è detto che le due cose siano necessariamente sovrapponibili. Anzi, il farlo è motivo per non andare avanti e fare arrabbiare i tifosi». Lei ha detto che qualora si palesasse un interlocutore serio sarebbe disposta a vendere la Roma: certo questa situazione non fa che sminuire il marchio. «Sì e questa cosa non avvantaggia nessuno, neanche il tifoso. Perché indebolire la Roma avvantaggia solo possibili...». Aquirenti? «Lo dite voi... Io dico solo che un imprenditore importante che ama la Roma non ha bisogno di vederla svilita se vuole fare un investimento importante» C'è un grande imprenditore pronto? «Ad oggi non esiste o magari c'è e non lo conosco». Le dà fastidio che bussino ad altre porte? «Sì, le persone a cui si deve rivolgere siamo noi, la famiglia Sensi. Se vogliono venire a comprare la Roma devono venire qui, perché noi abbiamo sempre messo la Roma al primo posto della nostra attività». I tifosi si lamentano per un mercato concluso con Lobont e Zamblera. «Se io avessi avuto una liquidità finanziaria i problemi mediatici li avrei superati, ma andare a parlare con procuratori, società, giocatori che non sanno e ti chiedono se resterai lì il prossimo anno non è il massimo. Non vorrei che tutta questa cosa andasse ad inficiare il mercato di gennaio, perchè non ho la liquidità necessaria per fare stravolgimenti importanti, però vorrei farlo un mercato nella legittimità delle mie possibilità». Le inchieste Consob che fine hanno fatto? «Chiedetelo a loro. Noi siamo sereni sulle nostre posizioni, credo stiano ancora lavorando». Si dice che voi riusciate a tenere la Roma grazie anche a forti appoggi politici? «Falso, se guardate l'assetto mediatico della questione... dove stanno? Se invece di andare da Letta andavo da qualche altro amico di papà non se ne sarebbe accorto nessuno: eppoi non è che sto tutti i giorni da lui». Vie di uscita? «Noi il nostrio debito lo vogliamo onorare, siamo solo persone per bene e vogliamo essere trattati da persone per bene. Io non mi posso sentire dire dai tifosi, che evidentemente non conoscono bene le cose, cose brutte ed essere trattata come una delinquente. La mia famiglia vuole onorare il debito, però io non ho ucciso nessuno, sono sette mesi che giro con la scorta... da quando è nata mia figlia: mi hanno fatto un regalo e abbiamo ricevuto minacce». Ma non siete preoccupati del debito? «Noi vogliamo essere messi in condizione di restiruire il debito. C'è una grande confusione attorno ai nostri asset». Lo stadio? «Non dico nulla, aspettiamo la legge». Ma intanto parla il mondo intero: sul si fa o non si fa... «Lasciateli parlare. A Roma sono diventati tutti economisti, urbanisti, esperti di Consob e altro». Eppure la contestazione arriva anche dalle frange più tranquille allo stadio. «È per i risultati negativi della squadra. Ho visto contestare in tutta Italia e non è sano. Accetto le critiche sane, quelle le ascolto». Ma i mercato a gennaio con quali solodi lo farete? «Vedremo quello che riusciremo a fare: ci vuole fantasia, idee» Cercate partner? «Mi dispiace questo è Price Sensitive... Cerchiamo invece di riportare l'attenzione alla squadra. Perché io sono buona, buona, buona, e se divento cattiva? Chi vivrà vedrà». Eppure tutte le querele da voi minacciate non hanno mai avuto seguito «È vero, ma avremo tempo e modo: le stiamo predisponendo». Com'è la situazione con Mediobanca? «Loro sono advisor di Italpetroli». È vero che stanno cercando una banca negli Emirati Arabi dove traferire il debito? «A me non risulta questa cosa». Le dà fastidio quando si parla dei vostri stipendi? «Zero». Prova rammarico per non aver accettato la candidatura politica offerta da Veltroni? «Non me l'ha mai offerta: io nella vita faccio altro». Magari poteva sfruttare l'immunità parlamentare per non adanre in galera. «Ma io non ci vado in galera».