Schumi, idea Mercedes
Secondo i giornali inglesi, il neocampione del mondo Jenson Button avrebbe firmato un contratto da circa sei milioni di euro, il doppio di quanto ha guadagnato nel 2009, per correre con la McLaren di Ron Dennis nella prossima stagione di Formula Uno. Se la notizia fosse vera - e probabilmente lo è - si tratterebbe di un colpo di scena le cui motivazioni, apparentemente misteriose, potrebbero essere clamorose. L'antefatto è logicamente l'acquisizione della Brawn (la squadra con la quale Button ha vinto il titolo) da parte della Mercedes, che ha contemporaneamente dovuto firmare un oneroso accordo di separazione consensuale dalla McLaren. Ora, è sì vero che la McLaren è sempre stata un po' xenofoba e che il suo capo Ron Dennis coltivava da tempo il duplice sogno di fare un dispetto al partner tedesco e di creare una formazione tutta inglese. Però è anche vero che a spingere Button a passare da un team che gli avrebbe apparentemente affiancato il tenero Rosberg a uno che lo costringerà a misurarsi con quel tritatutto di Hamilton - col rischio concreto di uscirne umiliato in patria ancor più che agli occhi del mondo - non possono essere stati solo il vil denaro o la condivisone delle pulsioni nazionalistiche di Dennis. Sotto ci deve essere qualcos'altro. Personalmente credo che il vero motivo della decisione del campione in carica non possa essere stato che la paura. Paura derivante dalla certezza, maturata grazie alle confidenze raccolte all'interno della Brawn-Mercedes, dell'imminenza di un evento che avrebbe reso la sua permanenza in squadra un incubo assai più terrificante della coabitazione con Hamilton: l'arrivo di Michael Schumacher. Fantascienza? Può darsi. Ma proviamo a mettere in fila qualche fatto ormai consolidato. 1) Ad agosto, quando Massa è finito all'ospedale, la Ferrari e Schumacher hanno annunciato che sarebbe stato proprio lui, il mitico Schumi, a prenderne il posto. Ma appena qualche giorno dopo lo stesso Schumi ha convocato una conferenza stampa per rinunciare, motivando il clamoroso dietrofront con un malanno al collo. Peccato che quel malanno fosse conseguenza di una caduta dalla moto vecchia di sei mesi e che della sua presunta gravità egli non potesse non essere a conoscenza fin da allora... 2) Subito dopo la rinuncia, la Ferrari ha rinnovato per tre anni il contratto di consulenza di Schumacher. Inquietanti le similitudini con l'annuncio dell'estensione al 2010 del contratto con Raikkonen che un anno e mezzo fa fece seguito alle indiscrezioni sull'ingaggio di Alonso a partire proprio dal 2010. Come sia andata a finire lo sapete tutti... E comunque l'accordo Cavallino-Schumi non parla di F1 ma è valido soltanto per lo sviluppo delle Granturismo stradali. 3) Da una quarantina di giorni sui media tedeschi si moltiplicano le indiscrezioni su un sorprendente miglioramento del collo di Schumi e sulla sua voglia di tornare in pista. 4) Ross Brawn, oggi a capo dell'operazione F1 della Mercedes, è l'uomo a fianco del quale Schumi ha conquistato tutti e 7 i suoi titoli mondiali, due con la Benetton e 5 con la Ferrari. Pare siano persino soci in affari. 5) Norbert Haugh, responsabile di Mercedes Sport, è amico personale di Michael e non ha mai nascosto il desiderio di metterlo prima o poi al volante di una «freccia d'argento». Schumi ha sempre ricambiato, fregandosene delle apparenze al punto da festeggiare in pubblico i titoli che la Casa tedesca conquistava da motorista della McLaren, anche quando gli sconfitti erano lui e la Ferrari. 6) La Mercedes ha bisogno di un «coup de théatre» che giustifichi all'occhio dell'opinione pubblica tedesca e dei sindacati, che l'hanno messa sotto accusa per questo, la decisione di investire altri 100 e passa milioni di euro nell'acquisizione di una squadra inglese in un momento in cui la crisi economico-finanziaria è lungi dall'essere finita. E mettere la stella a tre punte sul casco di Schumacher sarebbe la madre di tutte le giustificazioni, perché coronerebbe un sogno di teutonica supremazia uomo-macchina covato sin dai tempi dell'Auto Union e dello sfortunato Rosemayer, e scatenerebbe l'orgoglio dell'intero Paese. In questo quadro, l'ipotesi «Schumacher alla Mercedes» appare molto meno fantascientifica che a colpo d'occhio, in quanto spiegherebbe sia l'accelerazione improvvisa data dalla Casa di Stoccarda all'acquisizione della Brawn sia, e soprattutto, l'ancor più improvvisa decisione di Button. Meglio maggiordomo, ma inglese fra gli inglesi - si sarà detto - che agnello da sacrificare sull'altare di Schumi al ritmo di «Deutscheland uber alles». PS - In questa F1 che sembra deglobalizzarsi e avviarsi alla riscoperta dei nazionalismi, anche la Ferrari, nel suo piccolo, ha fatto scelte in qualche misura patriottiche puntando su due piloti che, se non altro, sono latini e parlano italiano. Aspettando Valentino...