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Delio Rossi e il segreto di Zarate

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Èpiacevole ritrovare un protagonista perduto nelle inesplicabili, tortuose strade dell'incompatibilità - forse più umana che tecnica - che l'hanno portato a disertare forzatamente il massimo campionato e soprattutto una squadra - la Lazio - alla quale aveva dato il meglio della sua carriera, ottenendo risultati importanti in Italia e all'estero, Champions compresa. Delio è sereno, disteso, S'illumina e spende parole - Rossi - solo quando si nomina Zarate, «il mio diamante grezzo, l'ho visto subito, l'ho capito subito, un'occasione felice per un tecnico che s'appassiona al calcio...Faccio un esempio: quando mi chiedono di Cassano, e io non interferisco con le scelte di Lippi, dico solo che mi piacerebbe tanto allenarlo; e per le ovvie straordinarie qualità tecniche che possiede, e per entrare nel suo carattere, spiegarmelo e spiegarlo, magari con duri faccia a faccia perchè anch'io non vado leggero, quand'è il caso...Ecco: ti capita uno Zarate e ti ci dedichi profondamente, cercando subito di cancellare l'errore di chi lo aveva spedito negli Emirati dopo che Mauro era diventato una stella del calcio argentino, garantendosi il risultato economico e snobbando il capitale tecnico. Così ho lavorato con Mauro, che magari credeva di sapere e di saper fare già tutto. Gli ho detto che poteva esser contento della classe che possedeva, ma che insieme avremmo potuto aggiornare e migliorare il suo repertorio. Questo bisogna continuare a fare, con Zarate, impedendogli di arrendersi alle necessità contingenti: lo merita, e lui stesso lo vuole, visto che è un lavoratore infaticabile, uno che continua ad allenarsi anche lontano dal campo». Qui sarebbe opportuno agganciare il discorso alla deprecabile interruzione del rapporto con la Lazio in corso d'opera, ma Rossi non vuole parlare della squadra, che continua a seguire con un forte sentimento di appartenenza, né di Lotito. Solo più tardi, quando finiamo a parlare di presidenti, di uno in particolare che spadroneggia in tivù, gli scappa detto che «il problema di certi intelligenti imprenditori è che quando prendono a mano da neofiti un club calcistico in poco tempo esibiscono anche ai loro dipendenti una preparazione tecnica tanto forte quanto improbabile». Che sia questo, uno dei motivi dell'incompatibilità con le scelte lotitiane? Ma il passato è alle spalle, per Delio: anche il Torino che osserva mentre soffre a Piacenza e che sarebbe stato suo se non fosse retrocesso in B. Perchè il signor Rossi ha voglia di tornare in serie A, è prontissimo. Tanto da far immaginare che una squadra l'abbia già in mente. Basta aspettare.

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