Rugby Italia impazzita per i campioni neozelandesi
Perla prima volta nella storia dello sport italiano 80.108 spettatori assisteranno ad una partita di rugby, per di più violando la Scala del calcio, lo stadio di San Siro. La vittoria per l'Italrugby è già conseguita ed è tutta qui, quello che succederà sul campo farà parte della festa. Non può essere altrimenti quando l'Italia incontra gli All Blacks, l'immagine stessa della palla ovale nel mondo. Sabato prossimo al Meazza di Milano (ore 15, diretta tv su Sky Sport1 e La7) la squadra di Mallett avrà un'altra opportunità per misurarsi con il meglio, anche se Graham Henry, il ct neozelandese, ha dato vita ad un ampio turn over con il preciso intento di preservare i titolari per le battaglie contro le grandi d'Europa. Ben tre esordienti assoluti nel XV diramato ieri. Si tratta dell'ala Ben Smith, del centro Tamati Elison e del mediano di apertura Mike Delany di Otago Bay che avrà il durissimo compito di «riempire le scarpe» di Sua Maestà Dan Carter, squalificato per una settimana a causa del placcaggio pericoloso a Roberts nel match vittorioso contro il Galles di sabato scorso. Incredibile la panchina che annovera, tra gli altri, Mc Caw, Muliaina e Hore. Normale l'avvicendamento visti i valori in campo, e non si gridi allo scandalo e non si faccia appello al rispetto. La differenza tecnica tra le due realtà è ancora incolmabile, motivo di più per gli Azzurri per dare il massimo. Tra l'altro, l'ultima volta che Italia e Nuova Zelanda si sono incontrate il 13 Novembre 2004 al Flaminio tra i Tutti Neri esordirono due tipetti del calibro di Conrad Smith e Dan Carter poi divenuti autentici crack. Poco da scherzare, dunque, sperando in una buona figura delgi Azzurri. Giunti a Milano martedì gli All Blacks hanno monopolizzato l'attenzione di tutti su di loro, come sempre capita. L'intera città ha avuto modo di conoscerli attraverso una serie di eventi organizzati da Sponsors e Media per questi straordinari veicoli di comunicazione. Divenuti una vera macchina da fatturato gli All Blacks si prestano con estrema professionalità ai bagni di folla imposti dalle esigenze di bilancio. Si tratti della promozione ad un negozio o di un intervista la loro professionalità fa impallidire i protagonisti dello sport di casa nostra, sempre presi tra una polemica-alibi e i vari incomprensibili silenzio stampa. Ecco allora star internazionali come Richie Mc Caw e Dan Carter, atleti da milioni di euro all'anno, passare con la stessa naturalezza da un'intervista ai maggiori quotidiani alla firma della maglia di un bambino, consapevoli di cosa significhi l'esempio: «Quando scendiamo in campo pensiamo sempre all'effetto che farà il nostro comportamento sui ragazzi che ci guardano - ha detto Mc Caw, 29enne capitano degli All Blacks - e per i quali costituiamo un esempio». Uno spettacolo vederli in allenamento all'Arena Civica, riempita dall'entusiasmo di quasi 2000 appassionati, in maggioranza ragazzi. Il contatto con la gente ne esalta le qualità: «In Italia siamo stati accolti benissimo - racconta Kieran Ried - siamo felici di contribuire allo sviluppo del rugby nell'emisfero nord. Queste occasioni passano alla storia e per noi è un onore partecipare». Nel frattempo l'Italia si è trasferisce oggi dall'eremo di Tirrenia a Milano, dove annucerà alle 12 il XV che affronterà gli All Blacks. La formazione è quasi fatta, con Mirco Bergamasco all'ala, ruolo che gli ha conquistato i galloni di titolare nello Stade Francais, la coppia Canale-Garcia ai centri e Gower all'apertura. Qualche dubbio resta per il ballottaggio tra Tebaldi (leggermente favorito per la sua abilità nei calci da fermo) e Picone per la maglia n.9, e per la posizione di flanker. Particolarmente attesa la prova di Martin Castrogiovanni. Il forte pilone del Leicester Tigers ha appena battuto con il suo club nientemeno che il Sudafrica in un mid-week game mostrando solo l'ultima di una lunga serie di prestazioni scintillanti in Guinness Premiership. La sua assenza si è fatta sentire in passato sul rendimento del pack azzurro e il suo rientro, insieme con la possibilità di utilizzare il rolling maul in cui la mischia italiana eccelle,restituisce una delle poche armi offensive ad una squadra tradizionalmente poco prolifica. Queste rinnovate possibilità fanno il paio con quelle garantite dall'inventiva e dalla capacità di attaccare la linea di Craig Gower. Definito da Mallett «l'unico insostibuile insieme con Parisse», l'ex-stella del Rugby a XIII garantisce, nei piani del ct, imprevedeibilità e varianti al gioco dei tre-quarti.