Anche Bari bocciata da Petrucci
Infettivacome la peste, malgrado i richiami al buon senso e alla lettura delle carte, malgrado si sperasse che sussulti di amministratori e ansie di vetrina di sindaci e assessori fossero capaci di sottrarsi, in ragione d'intelletto o di pudore, alla sindrome da candidatura. Non bastava la figura patita da Palermo per l'impudenza di un assessore regionale, e la fatale marcia indietro verificatasi all'indomani a cospetto dell'imperdonabile stravaganza con cui l'iniziativa era stata lanciata. Bari, se possibile, ha fatto qualcosa di più e di peggio. Perché se la richiesta avanzata al Coni dal sindaco del capoluogo pugliese, ottenere cioè una sorta di lasciapassare preventivo in vista della candidatura all'organizzazione dei Giochi del 2020, poteva sembrare di primo acchito un allineamento ai protocolli dettati dagli organismi olimpici, e quindi una prova di ragionevolezza, in realtà essa ha avuto l'aggravante dell'insipienza politica. Nulla infatti lasciava supporre che da parte del Foro Italico e del presidente Petrucci potesse partire una risposta diversa da quella fornita. Irricevibile, punto e basta, questa la risposta. Al momento, dunque, la situazione è quella di ieri: Roma e Venezia in corsa. E le due città si sono mosse, salendo a Londra, iniziando a respirare l'aria olimpica del 2012 e a toccare con mano cosa significhi impegnarsi in un'impresa come l'evento olimpico.