«Lotito dimostri la sua intelligenza»
Lazioai minimi livelli, anche i tifosi vip faticano a trovare un appiglio per una squadra che sta precipitando sempre più in basso. «Se continuiamo ad andar dietro a un presidente e ai suoi interessi emozionali andiamo dritti in serie B - afferma con decisa rassegnazione Pino Insegno - escludere Pandev e Ledesma è una ripicca estrema, ci stiamo facendo del male da soli quando basterebbe davvero poco per raddrizzare la baracca». Qual è la soluzione? «Lotito ha ragione, ma per il bene della squadra dovrebbe nuovamente reintegrare tutti gli esclusi, pur non perdonandoli. I giocatori non stanno bene, non sono felici: chiuderli nuovamente in ritiro sarebbe un errore clamoroso. La società dovrebbe concedere a tutti 2 o 3 giorni di riposo e poi, bisognerebbe ricominciare tutti insieme». Ricominciare con la stessa guida tecnica? «Ballardini ha commesso errori su errori, non è un allenatore da Lazio, è solo un aziendalista. Credo che questo sia il suo ultimo incarico, soprattutto se andrà in giudizio presentandosi davanti al Collegio Arbitrale per affermare che Pandev e Ledesma non gli servono. Ma lo spogliatoio che considerazioni potrà mai avere di quest'uomo? E' come se un regista di film andasse dal produttore e gli dicesse: De Niro e Dustin Hoffman non mi servono». Chi metterebbe sulla panchina della Lazio? «Serve un allenatore che non sia solo e soltanto un aziendalista. E' il momento di andare controtendenza e cambiare le carte in tavola. Io sceglierei Paolo Di Canio o Bruno Giordano. Serve un trascinatore, un uomo che conosca l'ambiente, le difficoltà, un uomo che sappia esaltare il senso di appartenenza a questo club. E soprattutto un tecnico che restituisca ai giocatori la voglia e il gusto del gioco». C'è poco da giocare, la Lazio è in zona retrocessione. «I giocatori non stanno bene, non sono felici, non si divertono più. Divertirsi non significa ridere, ma amare il proprio lavoro. I giocatori della Lazio non amano più la loro professione. Ci vorrebbe uno psicologo per farli ricominciare a sorridere, e per farli ricominciare a giocare. Mandare la squadra in ritiro è una follia assoluta, i calciatori sono logori dal punto di vista psico-fisico, è una patologia evidente, i giocatori avrebbero bisogno di un sorriso». I tifosi laziali non sorridono più da molto tempo. «I tifosi della Lazio ne hanno viste troppe, siamo sempre stati al fianco della squadra anche nei momenti più drammatici, quando le sconfitte erano all'ordine del giorno e si navigava a vista. Ma questa sconfitta sarebbe gratuita, è fin troppo facile da leggere e da capire. Ci stiamo facendo male da soli. Io ho paura, questa squadra non vince più, Zarate segna a rimpiattino e si permette di zittire i tifosi, altro che gruppo unito e senso di appartenenza, qui si retrocede..». Sarebbe una fine drammatica, sportivamente parlando. «Decisamente, anche perchè noi non siamo la Juventus in cui tutti i più forti, da Buffon a Nedved fino a Del Piero decidono di restare. Noi siamo la Lazio, e nella malaugurata ipotesi di una retrocessione in Serie B temo che Zarate non rimarrebbe con noi. E con lui tutti gli altri». Un suggerimento a Lotito. «Un grande uomo, a questo punto, mostrerebbe la sua intelligenza pensando unicamente al bene della squadra: provi a regalare un sorriso a chi ha torto, reintegri Pandev e Ledesma, metta da parte il suo egocentrosmo per salvare la nostra Lazio».