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Crisi Lazio, tutti a Formello

Tommaso Rocchi della Lazio

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Si va in ritiro ma a Formello a meno che oggi la voce del padrone, Lotito, non stravolga le scelta compiuta da Ballardini e Tare. Niente Norcia e forse è meglio così perché allontanarsi da Roma sarebbe quasi sembrato una fuga dalle proprie responsabilità. Nel centro sportivo biancoceleste i giocatori avranno modo di riflettere su questi due mesi disastrosi che hanno messo in dubbio tutte le certezze di agosto. Così hanno voluto Ballardini e Tare contrari a una punizione esagerata per una squadra già piena zeppa di problemi. Dunque, si dovrebbe restare a Formello fino a domenica (oggi l'ultima parola del presidente) con l'obiettivo di ritrovare un po' di brillantezza fisica.   È, infatti, evidente che la preparazione atletica è stata un fallimento con la Lazio mai capace di sovrastare gli avversari fisicamente. Anzi, si è avuta spesso la sensazione che la squadra corresse poco e male e soprattutto che arrivasse sempre seconda sul pallone ingigantendo le lacune strutturali di una rosa privata di troppi petali. Quindi colpe divise almeno per i tifosi: società più di tutti ma anche tecnico e squadra hanno sbagliato tanto creando le premesse per il tristissimo sedicesimo posto attuale. Già domenica sera la Lazio era entrata ufficialmente in zona retrocessione avendo la stessa media inglese (-15) delle altre squadre a nove punti. I biancocelesti hanno giocato una partita in più in casa rispetto alle dirette concorrenti nella lotta per non occupare i tre posti che portano dritti verso l'inferno di un retrocessione che avrebbe un impatto terribile sul bilancio economico del club. Lotito ribadisce la fiducia in Ballardini in un tecnico scelto dopo una lunga gestazione e svariati consultazioni. Lo strappo con Delio Rossi, la tentazione Allegri frustrata dai rapporti conflittuali con Cellino, infine la decisione di affidarsi al tecnico romagnolo bravissimo a gestire due situazioni difficili a Cagliari e Palermo. Ma sempre subentrando, ossia con la preparazione atletica svolta dai predecessori. Un elemento di valutazione che avallerebbe gli stenti di Ballardini a gestire le tre partite in sette giorni proprio perché inesperto di quel tipo di lavoro sul campo avendo sempre allenato squadre che non facevano le coppe europee. Inoltre sembra quasi che sia bravissimo in provincia mentre in questo primo confronto con il calcio metropolitano sta pagando in modo decisivo le tensioni di un ambiente che sicuramente lo sta aiutando poco (ma lui si è isolato a Formello). Quindi avanti col Balla, Lotito ci crede e non si vuole fare condizionare dall'aspetto economico che pure ha un suo peso (un paio di milioni lordi a stagione di stipendi tra allenatore e staff). I candidati alla sostituzione sono tanti: si va da Mihajlovic (ottima scelta) a De Biasi (preoccupante). Ma ci sono anche Camolese (meglio dell'altro ex torinista) e Beretta (noto difensivista ma con quali elementi da queste parti?). Si candida anche Bruno Giordano: «Io sono un allenatore, nella Lazio sono stato 16 anni. Per me sarebbe straordinario, un sogno che si avvera anche se non c'è stato nessun contatto. Certo, se fossi chiamato risponderei sì». Scelta difficile. Ballardini resta, per ora.  

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