Orgoglio giallorosso, Inter fermata a San Siro
Un tuffo nella storia, ci vuole l'Inter per riportare la Roma all’altezza dei giorni di gloria, le sta perfino stretto il pareggio che impone una secca frenata alla corsa della capolista, grandi prove di Mexes, Pizarro, Riise, Menez, giocassero sempre così la classifica sarebbe diversa. San Siro resta fonte di ispirazione, bella partenza, Vucinic si mangia un gol, ma poco dopo firma un capolavoro, come è nelle sue corde. Poi cominciano ad aleggiare i soliti fantasmi, Mexes si fa male, ma stoicamente tiene la posizione, De Rossi in ospedale, ma la doppia linea di Ranieri regge, alle sbavature mette riparo Julio Sergio. Nella ripresa, i cambi di Mourinho si chiamano Cambiasso, Balotelli e Sneijder, quello di Ranieri era stato Faty. Però la capolista non va oltre il fulmineo pari di Eto'o. Aveva imposto la legge della classifica, ma anche quella del momento di vena, il Milan all'Olimpico, la frustrazione della Lazio si traduce in un silenzio stampa al quale è arduo trovare motivazioni, se non quella di evitare distonie tra le parole del tecnico e le direttive societarie. Ha giocato, la Lazio, un buonissimo secondo tempo, sfiorando più volte un pareggio che non avrebbe usurpato, Leonardo ha rivisto i fantasmi del San Paolo dopo che un'autorete di Thiago Silva aveva riportato i rivali in linea di galleggiamento. Però resta il dubbio che la bella reazione laziale possa essere figlia della disperazione dettata dal doppio svantaggio, sul quale si stavano invece adagiando i rivali. Come se la squadra si fosse liberata, in una situazione negativa, dalla paura e dalle pesanti pressioni, giocandosi infine il tutto per tutto, mollando il freno a mano dettato da una sorta di terrore. Ha avuto, la sfida, due grandissimi protagonisti, Zarate da una parte e Pato dall'altra, confortante che si tratti di due giovanissimi, un messaggio per chi si affida più spesso alle icone che alla realtà. Milan al terzo posto, dunque, a riproporre una storia già troppe volte vissuta dalla zona più alta della classifica, però tra i rincalzi emergono, oltre a una Fiorentina che non si arrende ai ricorrenti infortuni, nomi nuovi. Tra gli intrusi nelle zone più nobili non è magari una novità il Cagliari, che ha impietosamente marchiato il declino di una Samp ridimensionata, lo sono invece due neopromosse. E se il Parma aveva regalato a Guidolin un organico signorile, i meriti del Bari illustrano una politica societaria invidiabile. Non soltanto Giampiero Ventura in regia, ma anche la migliore difesa del campionato, centrali da 43 anni in due, di Bonucci e Ranocchia si parlerà ancora. Gianfranco Giubilo