Roma, Totti in tribuna
«Tra noi e loro non c'è proporzione». Claudio Ranieri presenta così Inter-Roma di stasera, tra realismo e disfattismo. La capolista ha il doppio dei punti, il morale a mille e la rosa al completo. Dall'altra parte del campo di San Siro si presenterà una squadra senza cinque titolari e avvolta da una cappa di scetticismo. Totti sarà comunque in tribuna a tifare e domani girerà uno spot per Sky a Milano. La Roma lo ritroverà dopo la sosta e intanto deve rinunciare anche a Burdisso e ai tre brasiliani Taddei (squalificato), Juan e Doni. Ma l'assenza del portiere è un giallo. Ieri si è allenato, ha dato la sua disponibilità a giocare, poi ha scoperto con sorpresa l'esclusione dai convocati. «Stava peggio quando è sceso in campo con il Bologna» ha detto il suo manager Colucci. Un mistero. Doni dovrebbe partire oggi da Roma insieme a Juan per il ritiro della nazionale brasiliana, mentre Baptista li raggiungerà direttamente da Milano. La società ha inviato allo staff medico della Seleçao i certificati dei due infortunati, sperando che vengano risparmiati nelle due amichevoli o, nella migliore delle ipotesi, «rispediti» subito in Italia. «Juan non si sentiva sicuro» ha spiegato Ranieri. La solita storia. Brasiliani a parte, il tecnico ha cattivi presagi. «L'Inter viaggia col vento in poppa, noi abbiamo mille problemi da risolvere. Loro hanno il migliore attacco, noi la peggiore difesa (in realtà il Genoa ha subìto un gol in più, ndr). Non prendiamo in giro nessuno, ma noi andremo lì per lottare. Dobbiamo fare una partita perfetta e sperare che l'Inter sbagli qualcosa». Tra le nubi minacciose che si muovono sopra la Roma, Ranieri scorge un raggio di luce. «Quando sono arrivato questa era una squadra nervosa, insicura. Ora non ci sta a perdere, reagisce. C'è sempre da migliorare, da lavorare e io lo farò anche in futuro per 25 ore al giorno». Stavolta i giallorossi non hanno nulla da perdere. Un vantaggio, sulla carta. «L'approccio - spiega Ranieri - deve essere quello che abbiamo avuto con Milan e Fiorentina. Una squadra tonica, gagliarda, che si va a giocare la partita. Di sicuro tra me e Mourinho devo pensare più io di lui». Ma l'allenatore testaccino non vuole prolungare la vecchia polemica con il portoghese. «Non siamo né amici né nemici, l'ho sempre stimato. È un allenatore giovane, che ha vinto ovunque sia andato, ognuno ha quello che si merita. Poi le battute sono il sale della vita, non è il caso di tirarle fuori adesso. Inter irraggiungibile? Mi dispiace non far parte dell'alta classifica, però fossi secondo ci spererei e lavorerei per raggiungerli». Ora ha altri pensieri. Stasera in difesa tocca ad Andreolli, in porta c'è Julio Sergio che ha scavalcato Lobont nelle gerarchie. Sembra scartato il ritorno al rombo, possibile una nuova chance per Guberti. Davanti Vucinic e Menez. Due motivi per sperare.