Tra-Balla: Lazio sull'orlo di una crisi di nervi
L'Europa è compromessa ma c'è una stagione da salvare. Umiliata in Europa dal Villarreal e dalle follie della arbitro Kircher, la Lazio si rituffa nel campionato dove non vince dal 30 agosto (2-1 al Chievo, una rarità visto che è l'unica volta che i biancocelesti hanno segnato due reti nella stessa gara). E ora la panchina di Ballardini tra-Balla e anche tanto visto che nove partite senza lo straccio di un successo nel torneo italiano valgono almeno l'apertura del caso. Lotito è imbufalito e non solo per la disfatta spagnola, aveva puntato molto sul tecnico romagnolo e dopo il trionfo di Pechino pensava di avere fatto il colpaccio. Invece, ora i dubbi aumentano, cinque punti in nove gare sono un fardello molto pesante da portare così come la probabile uscita di scena dall'Europa League a meno di clamorosi miracoli. Nella notte dell'ennesimo tracollo il presidente ha chiesto conto al suo allenatore del fallimento. Il presidente ha fatto salire il tecnico e Tare sulla sua auto e, mentre raggiungevano l'aeroporto per tornare a Roma, ha chiesto a Ballardini spiegazioni sul brutto momento della Lazio, chiedendo rassicurazioni sulle possibilità di uscirne presto. A questo punto diventa decisiva per l'allenatore ravennate la partita contro il Milan (ultimo successo contro i rossoneri è targato 1998). Lotito non vorrebbe sostituirlo, e non solo perchè ammetterebbe così il fallimento di un progetto, ma anche per un motivo economico visto che Ballardini e il suo staff hanno ancora due anni di contratto e complessivamente costano alla società oltre due milioni di euro lordi a stagione. Ma in caso di nuovo ko, Lotito sarà costretto a battere un colpo per non restare travolto dagli errori di un tecnico bravissimo che però la sbandierata media punti di 1,5 a partita l'ha tenuta solo a Cagliari a Palermo. A Roma il bilancio è ben diverso, non si è visto gioco ma solo tanta confusione e tante inceretzze. Lotito tentenna e spera nella rinascita contro il Milan per andare avanti così. Ma cominciano già a girare i nomi dei possibili candidati alla panchina traballante. Si parla molto di Mihajlovic per l'eventuale cambio, ma l'ex tecnico del Bologna ha già un accordo di massima con il Catania ed è destinato al club etneo se i rossazzurri non daranno segnali di ripresa contro il Napoli. In realtà Sinisa aspetta ancora qualche giorno la Lazio che come ha sempre detto in passato rappresenta «un sogno». Un altro dei papabili, Beretta, ha ammesso di non essere mai stato contattato ma è pur sempre un candidato così come Zeman. L'ipotesi per certi versi più affascinante ma anche la più improbabile è legata a un clamoroso ritorno di Delio Rossi, auspicato da una larga fetta della tifoseria che si è ricreduta sul reale valore del tecnico di Rimini. Intanto arriva la supersfida contro il Milan che rappresenta l'ultima chiamata per capire se la Lazio dovrà davvero rassegnarsi a lottare per non retrocedere o se ci sono ancora degli spiragli per una stagione dignitosa. Le premesse non sembrano dare grandi speranze ma il calcio ha regalato spesso delle resurrezioni improvvise: Lotito conta su questo per evitare un doloroso esonero.