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"Ci scusiamo con la Semenya"

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Caster Semenya

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JOHANNESBURG - Il presidente della federazione sudafricana di atletica, Leonard Chuene, è stato sospeso dalle autorità sportive del Paese per il suo ruolo nella vicenda di Caster Semenya. La federazione si è inoltre scusata per la prima volta con l'atleta. Chuene e i suoi collaboratori sono «sospesi con effetto immediato, fino alla conclusione di un'inchiesta disciplinare e in attesa di ulteriori azioni», afferma un comunicato della Confederazione degli sport e Comitato olimpico. L'accusa è di aver «gettato discredito» sull'atletica sudafricana e sullo sport in generale. La federazione, in un altro comunicato, «porge pubblicamente e senza condizioni le sue scuse a Caster Semenya, alla sua famiglia, al presidente del Sudafrica e a tutti i sudafricani per il modo in cui sono stati gestiti i test sulla verifica del sesso e per le loro conseguenze». La Semenya, 18 anni, è da mesi al centro di una polemica a proposito della sua identità sessuale, scoppiata subito dopo la vittoria negli 800 ai Mondiali di Berlino. La Iaaf ha aperto un'inchiesta e lo scorso settembre alcuni giornali australiani, citando fonti anonime, hanno sostenuto che esami avevano rivelato l'ermafroditismo dell'atleta. Articoli che hanno scatenato le reazioni indignate dell'opinione pubblica sudafricana. La polemica ha poi investito anche la federazione per il ruolo svolto. Chuene inizialmente aveva negato che la giovane fosse stata sottoposta a test. In seguito ha ammesso che esami sulla femminilità erano stati eseguiti il 7 agosto, 12 giorni prima che vincesse l'oro mondiale.

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