Roma che fatica
«Ma cosa abbiamo fatto per meritarci una Roma così». È lo striscione apparso nella Tribuna Tevere dell'Olimpico, una zona dello stadio dove in genere non alloggiano gruppi particolarmente ostili nei confronti della società. È un segnale, forte, di come i tifosi romanisti, tutti, non ne possano più di questa Roma senza gioco, idee e identità. E i tre punti raccolti ieri con fatica contro il modestissimo Bologna di Colomba, non spazzano via ma allontanano solo di poco le fitte nubi che si erano addensati nelle ultime settimane sopra il cielo di Trigoria. La Roma resta una squadra al momento ancora senza un'identità ben definita, senza un gioco suo in grado di metterla in condizione di imporre quelle dinamiche alle quali il pubblico giallorosso si era abituato in passato. E probabilmente quando Ranieri insiste sul concetto di «questa non è la mia squadra» si riferisce in parte proprio a questo. Eppure del tecnico testaccino questa squadra sta almeno ereditando il carattere, perché la reazione vista dopo il gol del Bologna, è almeno un segnale: seppur piccolo piccolo. Perché i problemi restano, a partire da quelli in difesa. Ancora una volta la Roma incassa un gol al primo tiro in porta vero degli avversari: che alla fine ne faranno comunque solo tre nell'intera gara. Per dire che la superiorità giallorossa era tale da non consentire valutazioni «vere». Altro problema che Ranieri dovrà affrontare è la carenza di gol in attacco, perché nonostante Vucinic si sia sbloccato dopo una vita, lì davanti continua a mancare, con Totti infortunato, un bomber in grado di fare la differenza. SI ha troppo spesso la sensazione che la Roma debba entrare in porta con il pallone per poter concretizzare la sua manovra offensiva. C'è poi da affrontare la questione infortuni. Ieri si è fermato di nuovo Juan che era vicino al suo record personale: pensate, due partite e mezzo giocate consecutivamente... incredibile. Il brasiliano è un problema da risolvere e come lui molte altre situazioni che continuano a rallentare la Roma. Quindi Ranieri non la deve prendere come una cosa personale se la gente non ne può più di questa situazione e continua a fischiar e contestare la Roma anche dopo il successo di misura col Bologna. L'obiettivo non è lui e la squadra solo in parte. I tifosi contestano una proprietà che non è riuscita, nonostante le mille promesse, a dare la svolta auspicata ad un gruppo che ha sfiorato la zona retrocessione e continua a navigare nella zona buia della classifica. Vero, è un campionato anomalo, dove tutto è possibile, anche che questa Roma riesca a riprendere il ritmo di un tempo, ma il bilancio dopo Roma-Bologna 2-1 dice che c'è ancora da lavorare: e tanto. Ora giusto il tempo di riordinare le idee e all'Olimpico arriva il Fulham per l'Europa League: e siamo di nuovo nella sfera delle cose che non si possono più sbagliare.