L'Inter vince due volte
{{IMG_SX}}MILANO - È tornata la pazza Inter. Strepitosa, devastante, roba forte per un tempo, proprio com'era stata definita la la prestazione di mercoledì sera della Juventus contro la Sampdoria, immobile e vuota nella ripresa, quando in venti minuti il Palermo dell'ex Zenga va in porta come e quando gli pare e riapre una gara che sul 4 a 0 sembrava già in cassaforte. Perché fino a quel momento la risposta dell'Inter alla Juve era stata mostruosa. Con un Balotelli come e più di Amauri: influenzato, si procura il rigore che sblocca la gara, segna due gol, fornisce ad Eto'o l'assist per la doppietta del camerunese. Altro? Sì, si lascia andare a un capriccio perché Eto'o, rigorista della squadra, non ci pensa neanche a lasciarlo tirare dagli undici metri. Lui se la prende un po', capitan Zanetti deve andare a portarlo via per mano. Poi il bresciano abbraccia il compagno d'attacco, e torna a sorridere. Chissà, magari anche in chiave azzurra: perché un attaccante così le qualità le ha di certo. Almeno tecniche. Poi Balotelli esce, e lascia il posto al rientrante Milito. L'Inter smette semplicemente di giocare, pensando di affrontare il secondo tempo soltanto tenendo palla, e nel giro di venti minuti di ritrova sul 4-3, con Miccoli scatenato, e che si sblocca contro l'unica grande alla quale non aveva ancora segnato, e il giovane Hernandez che si toglie quella che finora è la più grande soddisfazione della sua carriera. Nel mezzo una deviazione della difesa del Palermo nega a Milito la gioia del ritorno al gol, e all'Inter la possibilità di richiudere immediatamente la partita. Che comunque arriverà qualche minuto dopo, e proprio con Milito, sempre decisivo, su grandissima azione di Maicon dalla destra. Per il sospiro di sollievo di Mourinho, nonostante alla sua Inter sia bastato tornare con la testa sulla terra, e sul campo, per far sì che il Palermo ri-sprofondasse di nuovo nella notte di San Siro. Una simile reazione negativa però, in vista di partite decisive, non può certo far piacere al portoghese, che per una volta avrebbe preferito limitarsi a elogiare Balotelli, e portarsi a casa tre punti facili, senza tante rogne. L'Inter però, anche la sua evidentemente, è così. E lui stesso deve prenderne atto, e possibilmente provare a metterci una pezza. Perché in Italia lo strapotere, tecnico e fisico, a tratti è imbarazzante. In Europa decisamente no, e l'imbarazzo di uscire prima ancora degli anni scorsi dalla Champions sarebbe davvero tutto suo.