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Giallorossi nel bunker di Trigoria

Da sinistra Ballardini e Ranieri, rispettivamente gli allenatori della Lazio e della Roma

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La Roma si guarda allo specchio e scopre quanto è brutta, fragile, malata. I giocatori chiusi nel triste ritiro di Trigoria si leccano le ferite riportate da Udine, dove è arrivata la terza sconfitta consecutiva in campionato, la quinta su dieci gare. Altro che ritmo Champions, ora la marcia innestata è da retrocessione. Fuori dal bunker, il mondo romanista schiuma di rabbia. Nella notte di mercoledì un primo contatto ravvicinato tra un gruppetto di contestatori e la squadra. Ieri pochi tifosi hanno raggiunto Trigoria, scritto «Vergogna» su uno striscione subito rimosso dalla polizia, e cominciato a insultare tutto e tutti mentre in campo i giocatori si allenavano e nella sala Champions si radunava l'assemblea dei soci. Altri si sono attaccati ai centralini delle radio specializzate. Ma c'è anche tanta indifferenza attorno a una Roma sparita, che andrebbe rifondata. L'avvento di Ranieri non ha cambiato nulla. La mini-svolta di settembre è stata vanificata con le ultime sconfitte. Il tecnico è preoccupato. E arrabbiato con la squadra. Nel suo discorso di ieri ha ripreso Taddei per la sciagurata espulsione di Udine: il brasiliano, che verrà multato, aveva già rischiato di farsi cacciare durante il primo tempo. Il gruppo si è allenato il pomeriggio e in serata ha visto insieme all'allenatore il dvd della partita di Udine. Un film dell'orrore. Ranieri ha battuto molto sul tasto dell'attenzione: «Non si possono prendere tutti questi gol su palla inattiva» ha tuonato l'allenatore. Nel ritiro deciso dalla Sensi - durerà fino a domenica - e accettato senza fiatare dai giocatori sono ammesse le visite dei bambini: ieri c'erano i figli di De Rossi e Julio Sergio. Al «Bernardini» si cerca la concentrazione e la tranquillità che manca all'interno dello spogliatoio. Tra infortunati e scontenti i problemi sono parecchi. Domenica arriva il Bologna all'Olimpico e non si può sbagliare. Ranieri spera di recuperare Menez, Burdisso, Cerci e Tonetto che ieri si sono allenati. Lavoro a parte per Riise, che può recuperare, e Motta. Ancora in dubbio Pizarro. Chi non ci sarà sicuramente è Totti. L'attesa per il suo ritorno sta diventando disperata. «Penso di farcela per domenica - dice scherzando ai cronisti presente per l'assemblea - vediamo se domani riesco a calciare il pallone...». Il capitano sta meglio. Ieri mattina ha lavorato sui gradoni, domani potrebbe ricominciare a correre. Tornerà in campo con il Bari il 22 novembre. «Sto bene, continuerò a lavorare per tornare a giocare al più presto. Ho voglia di Roma». E la Roma ha bisogno di lui. Gli altri attaccanti non segnano. Il peggior Vucinic di sempre è a digiuno in campionato da 152 giorni, Menez e Baptista continuano a vagare tra l'infermeria e il campo. L'«ottimizzatore» Montali fa il quadro della situazione. «La squadra sotto il profilo dell'impegno c'è. È preoccupante - spiega il dirigente - perché quando ti impegni e non vengono i risultati poi non sei tranquillo psicologicamente. Imporre provvedimenti non serve a nulla, bisogna far ragionare i ragazzi. È una situazione non facile - ammette Montali - ma certamente non è la peggiore in cui mi sia trovato. Ho visto di molto peggio. E ne siamo sempre usciti». Ce la farà anche questa povera, brutta Roma?

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