Dal fondo del baratro nel quale era caduto il calcio capitolino, neanche un fievole segnale di vita.
Peggioancora per la Lazio, che poteva sfruttare un turno interno e lascia invece via libera al solito, terribile Cagliari da trasferta. Due grandi parate di Muslera a limitare i danni, ma il gol dei sardi pesa tutto sulla coscienza del portiere. Si annunciano a Roma giorni di fuoco, lievita il malumore dei tifosi, i due tecnici si trovano a difendere fortini fatiscenti, segnali poco chiari dalle due società, quella giallorossa da tempo sotto accusa. La serata celebra il grande ritorno della Juve, ma la scena madre appartiene al San Paolo, dove il Napoli rimonta due gol al Milan nei minuti finali, quando rimane in inferiorità numerica per il rosso ad Abate. Vero che a lungo Ronaldinho aveva fatto soltanto atto di presenza, permettendosi perfino di mandare a quel paese Leonardo al momento dell'inevitabile sostituzione. Curioso, l'effetto riflettori. Sembra che, quando si gioca di sera, tutte le azioni diventino più veloci, i tiri più potenti, il divertimento assicurato, più facile il gol. Tesi illustrata al meglio dal folgorante avvio di Napoli, dove sei minuti sono bastati al Milan per un doppio vantaggio, senza particolari demeriti dei giocatori di casa, bravi a evitare le depressione e trovare il miracolo in pieno recupero, rossoneri rabbuiati dall'infortunio a Nesta, specialmente in prospettiva europea. Ma l'approccio forse meno prevedibile è stato quello di Torino, la Juve letteralmente trasformata rispetto alle recenti esibizioni, la Samp frastornata e incapace di apprezzabili reazioni. Arriva la goleada, a portare la Juve a un punto dalla vetta, aspettando naturalmente quanto saprà produrre stasera l'Inter. Torna a vincere il Genoa, molto sfortunata la Fiorentina, due pali e occasioni mancate. L'eroe è Serse Cosmi, seconda vittoria in quattro giorni per il suo Livorno. Stasera in campo la capolista, Mourinho con un occhio al decisivo scontro di Champions sul campo della Dinamo Kiev, a sorpresa protagonista del girone forse più complesso della competizione. Arriva a San Siro il Palermo di Walter Zenga, in momento molto felice con l'aiuto della fortuna che l'ha largamente assistito, sviste arbitrali comprese, nella partita vinta sull'Udinese. Vecchio interista, il portierone, ma stavolta poco disposto a fare concessioni alla squadra del cui glorioso passato è stato protagonista. Facile valutare il tasso tecnico delle presunte seconde scelte interiste, Motta e Milito già almeno da panchina, Balotelli ed Eto'o garanti di risorse straordinarie in attacco, le premesse autorizzano la previsione di un ulteriore scatto in avanti, pur nel contesto del grande equilibrio che gli attuali distacchi propongono.