Un altro caso gestito molto male

Occasionale il riferimento alla Roma e alle sue recenti mosse felici, che coinvolgono ogni pezzo della sua struttura, anche se i vertici societari sono fuori concorso. Solo qualche scagnozzo prezzolato può negare che il problema numero uno è l'assenza di Totti. Alla salute del quale sarebbe stato obbligatorio rivolgere tutte le attenzioni e tutta la professionalità del mondo. Ci avevano raccontato, un paio di giorni fa, di un capitano forse già in grado di giocare contro il Bologna, una favola il rischio di operazione. Bene, ieri Francesco è finito ancora una volta sotto i ferri, si parla di un mese di stop, ma sappiamo quale valore abbiano queste previsioni. Passano le stagioni, pensavamo di avere toccato il fondo con la gestione dei tanti infortuni che la Roma colleziona: ma al peggio, evidentemente, non c'è fine. Uno sbaglio in più, fra i tanti messi in fila da una conduzione che la felice parentesi di Spalletti aveva saputo mascherare, i traguardi raggiunti avevano consentito di raggiungere una dimensione che non soltanto non è stata sfruttata per una crescita delle strutture societarie, ma che è stata colpevolmente cancellata da una valanga di insufficienze di base, senza il minimo tentativo di porvi rimedio. Aveva chiesto in estate, Spalletti, una sorta di rifondazione, vendere chi, dei protagonisti delle stagioni di gloria, aveva conservato soltanto il nome, svecchiare l'organico con acquisti coraggiosi e, soprattutto, credibili. La Roma non ha comprato niente, perché non poteva spendere, ha detto grazie al Liverpool per avere dato respiro alle casse asfittiche. Le invocate cessioni sono rimaste a zero per inadeguatezza di chi avrebbe dovuto gestirle. Tra l'altro, rispettata la lunga tradizione giallorossa per cui, quando qualcuno potrebbe partire e garantire soldi in arrivo, si fa di tutto per sminuirne il valore, non sono un caso un Cafu in uscita a costo zero, un Cassano svenduto a prezzi da rigattiere. Purtroppo nella commedia degli errori, e degli orrori, si è fatto trascinare anche Ranieri, Menez da campione del mondo a brocco da mezza partita, Brighi virtualmente messo al bando, abbiamo dovuto vedere in campo perfino Pit, un bravo ragazzo romeno del quale non molti sospettavano la permanenza in organico. Giusto ammettere anche come il nuovo tecnico possa trovarsi a disagio di fronte a persistenti indisponibilità e soprattutto a giocatori il cui rendimento attuale è simile a quello di un pensionato del Catasto, a partire da Julio Baptista, ennesima bufala Real, per finire con Juan che invece ha scelto il prepensionamento, se non gioca il Brasile lui se ne sta in poltrona, vacanze pagate gli occasionali viaggi oltreoceano. Montali, arrivato ieri, ha bisogno di tanti, ma tanti auguri. Interpellati illustri filologi per capire il suo ruolo: «Coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane». In questo caso l'interrogativo ha prodotto risposta unanime: «Boh!».