Nove titoli, Valentino entra nella storia
La nona sinfonia suona sulle curve umide di Sepang. Il direttore d'orchestra è sempre lo stesso, guida una Yamaha e sventola una bandiera tricolore. Si chiama Valentino Rossi, un tipo eccentrico che ha fatto della sua «follia» il punto di forza inarrivabile nell'attuale mondo delle due ruote da corsa. Certo, i quindici titoli di Agostini sono un sogno irrealizzabile per chiunque sia nato nell'era del motociclismo moderno, ma con nove sigilli iridati Valentino si ritaglia di diritto un posto d'onore nella storia di questo sport. E non è bastato l'acquazzone piombato su Sepang nel «warm up lap» per rallentare il folletto di Tavullia che avrebbe potuto giocare di conserva. E invece no, una volta ancora Rossi ha voluto fare a modo suo rifilando il colpo di grazia a un Lorenzo ormai già proiettato, suo malgrado, alla prossima stagione. La gara «bagnata», tanto per la cronaca, l'ha vinta uno Stoner stellare davanti a Pedrosa: due che avranno cose da dirsi in futuro. Ma intanto, a festeggiare è sempre Valentino: a modo suo, di nuovo. Stavolta il fido Uccio lo aspettava a «bordo ring» con un pollo in carne ed ossa con tanto di casco e tuta. «Gallina vecchia fa buon brodo» è il nuovo must che sta lì a dimostrare come l'esperienza e la classe di Valentino, 31 primavere il prossimo 19 febbraio, valgano più dell'esuberanza e il talento di tutti i giovani rampolli della MotoGp messi assieme. La ricetta? Lui, animale da scontro diretto, la mette giù facile. «Il mio segreto? Sono un "malato" di moto, guidare mi da gusto e sono un appassionato di gare. Il fatto di misurarmi con gli altri è la cosa che mi piace di più». Già, quell'adrenalina che pompa nelle vene e manda il cervello su di giri che traccia un solco netto e invalicabile tra i piloti e il resto del genere umano. Sazio? Macchè, anzi promette battaglia anche per il futuro. «Ho iniziato a 17 anni e con la MotoGp, secondo me si può guidare al top fino a 34/35 anni, quindi si può avere una lunga carriera. Ma ci vogliono tante motivazioni, bisogna trovare un buon equilibrio anche nella vita normale e avere molta voglia per allenarsi e cercare di migliorarsi. Però questa è la cosa che mi piace di più e a me di solito le cose se le faccio mi piace farle bene». Cosa che Lorenzo, Stoner e Pedrosa sanno benissimo: anche qui ha una sua spiegazione. «Il fatto è che a me perdere non piace per niente. È una cosa che mi mette di cattivissimo umore». Ma la testa è già a domani e Rossi non svela granchè se non il fatto che vuole continuare. In molti lo vorrebbero sulla Ducati già dal prossimo anno,ma la cosa al momento è abbastanza complicata da realizzare. «L'anno prossimo vorrei cercare di difendere il titolo e di fare un'altra bella battaglia con Pedrosa, Lorenzo e Stoner ma devo ancora decidere cosa fare: se rinnovare per un anno o per altri due. Potrei decidere di continuare o no. Se dovessi farlo adesso sono pronto per firmare per altri due anni. Non posso andare in pensione a 31 anni che cavolo faccio a casa, non posso iniziare a tagliare il giardino a quell'età!». E la chiusa di questa giornata praticamente perfetta non poteva non essere sull'altra passione del fenomeno: la Ferrari. «Intanto ho chiesto a Stefano Domenicali di farmela riprovare, ma non c'è stata risposta». ma arriverà... e presto!